Ribelliamoci alla burocrazia soffocante

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Leggo sul Giornale di Brescia l’allarme lanciato dal presidente di Confindustria Brescia per il flop del bando Transizione 5.0 a causa di modalità di soffocante burocrazia. Purtroppo questa situazione si estende in molti campi, anche al Terzo Settore dove bandi e rendicontazioni «lunari» complicano la vita alle associazioni anche per contributi di poche migliaia di euro. E non si tratta di «mal comune mezzo gaudio», ma di vera e propria emergenza. Per fortuna, per ora, fanno lodevole eccezione le Istituzioni e le Fondazioni locali. Proprio in questi giorni come volontario di una associazione partner in un progetto culturale sto lavorando, come faccio da molti anni, alla rendicontazione. Oltre alla necessaria e doverosa richiesta di documentazione per le spese sostenute, si richiedono moduli, attestazioni e quanto di più assurdo si possa immaginare. Già in sede di incontro online con i funzionari dell’ente pubblico che spiegavano le linee guida per la rendicontazione sembrava di essere su pianeti diversi. Oramai la mia associazione, di fatto, ha rinunciato a presentare domande su alcuni tipi di bandi della Regione. In alcuni casi, se sei stato ammesso al contributo per l’anno in corso, lo sai a novembre e le iniziative devono essere concluse entro dicembre! È vero che le puoi realizzare anche prima, ma se poi non sei tra quelli che sono ammessi al contributo, la spesa ti resta tutta sulla gobba al 100%. Conosco bene la materia essendo stato per molti anni dirigente di un ente pubblico. Molto spesso non è la normativa che richiede queste complicazioni burocratiche. Ricordo, ad esempio, con piacere un bando a sostegno dell’innovazione e del trasferimento tecnologico a favore delle imprese lombarde. Ho firmato il decreto, che prevedeva modalità semplici ed essenziali, a ottobre, a novembre erano pervenute oltre 2mila domande, prima di Natale gli imprenditori che avevano i requisiti avevano già sul conto corrente il contributo. Nei controlli a campione successivamente effettuati non si è registrato un solo caso di abuso, solo pochi e piccoli errori formali facilmente poi sanati. Ecco, i bandi dovrebbero richiedere rendicontazioni semplici ed essenziali e prevedere controlli a campione. Solo alla parola «controlli» i male intenzionati sarebbero avvisati di astenersi. Ho poi un sogno: insieme a volontari di altre associazioni avere un’ora a disposizione in Consiglio regionale per mostrare casi concreti e assurdi di burocrazia sbagliata in fatto di modalità di rendicontazione. Sono convinto che molti assessori e consiglieri sarebbero i primi a scandalizzarsi.
Dino Santina
Brescia

Caro Dino,

la notizia non è che la burocrazia sia soffocante. Lo sapevamo già.

La notizia che lei porta in dote è che può non esserlo.

Vale per essa infatti il principio sostenuto dal giudice Falcone per la mafia: «Essendo un fenomeno umano e avendo, come tutti i fenomeni umani, un principio e una sua evoluzione, avrà quindi anche una fine».

In ogni caso, caro Dino, diffidiamo di esser tanto fortunati da sopravvivere abbastanza per veder apposta agli «uffici complicazioni cose semplici» una pietra tombale. Ci accontenteremmo che la lunga marcia della semplificazione prosegua senza interruzioni, impegnandoci a dare risalto alle buone pratiche, agli esempi negativi e, di contro, alle denunce di ciò che invece ingrippa o rema al contrario. (g.bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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