Regole assurde La vita (grama) di noi supplenti

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Sono una docente precaria della provincia di Brescia che, da quattro anni, lavora nella stessa scuola secondaria di primo grado, da Graduatoria provinciale Supplenza (Gps). Quest’anno ho avuto la possibilità di fare il concorso e ho ottenuto buoni risultati sia nello scritto che nell’orale. A questi successi, si sommano anche gli anni di servizio (ormai diversi) che, con ogni probabilità, mi porteranno ad essere tra i vincitori e quindi a poter accedere alle immissioni in ruolo.

Inoltre, nella stessa scuola in cui lavoro, c’è proprio un posto accantonato! Sarebbe tutto perfetto e potrei permettermi anche di rimanere dove sono se non fosse che, come ormai è noto, l’Ufficio Scolastico della Lombardia ha deciso di confermare in ruolo i docenti vincitori del concorso sul posto che avevano ottenuto con clausola rescissoria fino ad avente diritto, senza rispettare i punteggi della Graduatoria di Merito: nella pratica, il posto accantonato nella mia scuola è stato assegnato ad una docente che potrebbe essere tra i vincitori. Insomma, nonostante io sia in una posizione più alta della graduatoria non ho il diritto di scegliere tra i posti accantonati ma, solo ed esclusivamente, tra i rimasugli di quella che è una follia! Questo comporta che docenti con punteggio alto, come me, ma con incarico da Gps otterranno il ruolo in scuole molto lontane da casa e in molti casi dovranno addirittura rinunciare al tanto sospirato ruolo.

A tutto questo si aggiunge il dover abbandonare ad anno scolastico iniziato le mie classi e, in particolare, la mia classe Terza (scuola secondaria di primo grado) che seguo, ormai, dalla prima! Un’assurdità se si pensa che il Ministero dell’istruzione e del Merito (!) si nasconde dietro alla garanzia della continuità didattica!

Le Graduatorie di merito delle classi di concorso per cui io sono risultata idonea non sono ancora state pubblicate, ma stando alle indiscrezioni di alcuni sindacati, entro novembre dovrebbero avvenire le immissioni in ruolo. E mi domando, perché il Ministro ha deciso di cambiare il nome al Ministero aggiungendo il termine “Merito” se poi questo merito non viene rispettato? Come posso insegnare ai miei alunni che con gli sforzi e l’impegno raggiungeranno ciò che meritano se poi nel nostro Paese assistiamo a queste situazioni?

Immagino che la mia sia solo una delle tantissime lettere che avrete ricevuto in questi giorni di docenti che denunciano la difficile situazione che stiamo vivendo, credo che però se la vostra testata riuscirà a trovare spazio per tutte le nostre storie e le nostre voci probabilmente anche chi ricopre incarichi ai piani alti potrà capire le conseguenze che una dubbia interpretazione dell’articolo 14 comma bis del DM71 sta generando in tutto il nostro Paese sia a danno degli insegnanti, sia, soprattutto, a danno degli studenti.
Prof.ssa Roberta Filippini

Cara Roberta, il suo racconto basta da sé per spiegare come riusciamo a «farci del male» da soli. Se la scuola riesce a restare un’eccellenza, nonostante garbugli e gabelle partoriti dall’apparato burocratico che dovrebbe organizzarla, lo si deve a coloro che ancora ci credono, che non si rassegnano, che ogni giorno puntano la sveglia, si alzano e compiono il loro dovere, con responsabilità e sacrificio. Ai suoi alunni dunque non occorre insegni nulla sul «merito»: l’avranno imparato già, in virtù del suo esempio. (g. bar.)

P.S. Facendo questo mestiere sappiamo che le parole non solo descrivono la realtà, ma pure la formano. Così era possibile immaginare che usare l’acronimo Gps, più che alla graduatoria provinciale di supplenza, rimandasse al sistema di coordinate per la rilevazione satellitare. Nella giungla delle regole scolastiche ci vorrebbe proprio quello per raccapezzarsi e non perdere la bussola, oltre che il senno.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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