Ragazzo caduto dal tetto dell’auto. Merita dispiacere?

Lettere al direttore
AA
Ormai siamo arrivati a rischiare la vita per raccogliere like sui social networks: «surfare» sul tettuccio di una macchina o sulla parte superiore di un vagone ferroviario assicurandosi di essere ripresi in un video sta diventando virale per i giovanissimi dei nostri giorni. Video sempre più oltre ogni eccesso di pericolosità stanno diventando motivo di vanto in rete. Ovviamente spero che il ragazzo se la cavi con un grosso spavento, ma comincio a chiedermi se chi se la va a cercare in modo così sconsiderato meriti il dispiacere della pubblica opinione...
Fabio PoddineRezzato
Caro Fabio, i like sui social pesano, saremmo tuttavia disonesti se affermassimo che i social sono la causa del problema: certe bravate (stupidaggini, sarebbe più corretto chiamarle) si sono fatte sempre, per esibizionismo, spavalderia o semplice incoscienza. Certo in quest’epoca circolano più notizie, dunque sembrano numerosissime, però non è la contabilità che ci interessa, bensì il rischio che esse comportano. In primis per chi le compie. Tornando alla vicenda concreta, dal giorno in cui è avvenuta - lo ammettiamo - abbiamo una stretta al cuore. E non riusciamo a toglierci dalla mente quel ragazzo, che purtroppo rimane in condizioni serie e non se la caverà «con un grosso spavento»; quella ragazza che guidava, che s’è rovinata la vita; quelle famiglie coinvolte, che sono precipitate in pochi istanti dalla tranquillità alla tragedia. «Se la sono cercata» dirà qualcuno. Quel qualcuno non siamo però noi, perché in quei ragazzi vediamo comunque i nostri figli e in quelle famiglie la nostra. E per quanto grave sia stato il gesto, nessuno più di loro l’ha pagata cara. (g. bar.)
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