Radici dell’Europa rinnegate: il valore di una profezia

Lettere al direttore
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Durante il pontificato di Benedetto XVI avevo letto e sottolineato una sua frase (che mi aveva impressionato e che ora cito a memoria): «Questa Europa, che ha rinnegato le sue radici cristiane, andrà incontro a una tragica solitudine». Allora non potevo certo immaginare... Prima la pandemia, poi una guerra molto molto vicina, poi un alleato di oltreoceano diventato inaffidabile, e altro ancora con i nuovi equilibri geopolitici ed economici. Mi auguro, certo, che tale situazione di svolta culturale e di vera emergenza risvegli le energie migliori di tutti gli Stati che fanno parte di questa nostra Europa, faticosamente costruita e così ricca di cultura, di arte e di conquiste importanti per tutta l’umanità. Sollecitata da tanti mass media, però, la frase di papa Benedetto, purtroppo, mi torna spesso alla mente, quasi fosse una profezia!

Madre Silvana Bettinelli

Cara Madre, papa Benedetto XVI aveva profondità di sguardo e indubbiamente vocazione profetica. Sarebbe tuttavia cattivo discepolo chi dimenticasse il monito del Cristo, ripreso tra gli altri da Paolo VI e da Giovanni Paolo II: «Non abbiate paura». Raccogliamo perciò con fiducia il suo auspicio riguardo una «svolta culturale» e il risveglio delle «energie migliori» da parte di tutti gli Stati, ma ancora prima di noi stessi. Le radici dell’Europa, infatti, non sono un’entità astratta, un drappo da appendere alle finestre nei giorni di festa, bensì qualcosa di vitale, di incarnato, diremmo. Che di buono, le radici, hanno proprio questo: basta tenerne vivo un pezzetto e l’albero si può riformare, alto, fecondo, robusto. Non disperiamo dunque e per non rimanere soli cominciamo noi, tendendoci la mano. (g. bar.)

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