Quell'ordinanza che vieta il gioco del cricket

Immigrati.
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Abito in Via Strada Antica Mantovana, davanti al Parco Ducos e davanti all'area in graniglia rossa dove abitualmente giocavano a cricket dei gruppi di ragazzi pakistani. Vorrei portare la mia testimonianza ed esperienza. In questi ultimi anni, almeno tre, in cui l'area era utilizzata per questo gioco, non si sono mai verificati incidenti di nessun genere.

Anzi, devo dire che questi ragazzi (di tutte le età, da più giovani a meno giovani, grandi e piccini) hanno sempre avuto un atteggiamento di rispetto sia durante il passaggio delle auto o di passanti accanto alla zona di gioco, sia dell'ambiente stesso, non lasciando assolutamente mai sporco (lattine, bottiglie, cartaccia... cosa che invece si verifica spesso in altre occasioni).

Mi ha negativamente colpito l'ordinanza che vieta questo gioco. La zona (perlomeno questa che vivo) è ampia e non sembra che questo gioco possa rappresentare un pericolo.

Voglio anche far notare che, dall'entrata in vigore dell'ordinanza che vieta il gioco del cricket, non ho più visto che ci giocassero. Questo denota, a parer mio, un rispetto delle leggi da parte della comunità pakistana e dello Sri Lanka o comunque di tutte quelle persone che lo praticavano abitualmente; rispetto che fa piacere notare, ma che mi fa anche considerare che queste persone siano da considerare parte integrante della comunità bresciana e che quindi vadano considerate (e rispettate) anche le loro esigenze di svago. E quindi, così come, nella medesima area, vengono poste le porte per il gioco del calcio, dovrebbero essere ammesse e consentite delle strutture per il gioco del cricket.

Gioco che tra l'altro, era bello veder praticare. Oltre al fatto che l'area non viene sfruttata per altro sport ed è infatti spesso vuota ed inutilizzata. Certo, ci si gode la pace e il verde... Ma è triste vederla vuota. Ma ha senso, avere delle grandi aree verdi ed avere dei ragazzi che non possono impiegare il loro tempo in sani svaghi? Che fanno, questi ragazzi, ora? Ciondolano per strada anziché starsene in gruppo a giocare? Ma non è una contraddizione, visto che gli sport collettivi di questo tipo vengono considerati anche uno strumento sociale di crescita e sviluppo?

Oltre che poter anche essere uno strumento di integrazione, perché ho visto anche molti ragazzi italiani interessarsi a questo gioco.

Ci sono stati in passato degli assembramenti un po' numerosi, in occasione suppongo di tornei caserecci (come ne abbiamo sempre avuti nella nostra storia e tradizione, di calcio ad esempio) ed in quelle situazioni era forse davvero il caso di avere un'autorizzazione dal Comune. Ma ribadisco che, oltre ad essere delle manifestazioni assolutamente pacifiche e civili, da quando l'Amministrazione era intervenuta per limitare l'affluenza, non sono mai più state così numerose. Segno, anche in questo caso, di rispetto delle norme da parte della comunità pakistana.

Ripeto, vivo in quell'area e di situazioni pericolose o potenzialmente pericolose ce ne sono ben altre, dai cani di grossa taglia che vengono lasciati liberi (e anche per questi si potrebbe ritagliare un'area apposita, visto che comunque anche gli animali hanno le loro necessità), all'inciviltà di chi non usa pulire gli escrementi degli animali, al rintanarsi di qualche persona per traffici non propriamente leciti soprattutto in ore notturne. Il gioco del cricket era la cosa meno preoccupante e di disturbo che potesse esserci! Anzi, l'esatto contrario.

Personalmente ritengo che non sia una limitazione giusta e chiedo che si possa porvi rimedio, anche mettendo delle regole (datosi che la comunità ha ampiamente dimostrato di saperle e volerle rispettare!) perché viviamo in una bella città, con del verde ben curato, ma è bello anche poterlo sfruttare in modo sano e costruttivo come lo sport. Anche il cricket!

Concordano con le mie riflessioni anche altri amici, parenti e conoscenti, che firmano in calce alla presente.

Alessandra Zaina

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Brescia

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