Quelle falciatrici rumorosissime già di buon mattino

Nei miei ricordi di gioventù ci sono anche i lavori nei campi, soprattutto quelli che ho visto e vissuto in montagna, spesso partecipando con gioia. Ho sempre davanti agli occhi il taglio dell’erba con la lunga falce. Il falciatore sembrava un ballerino che muovendo con armonia tutto il corpo faceva ruotare a ventaglio le braccia che muovevano in ampie orbite la falce. La musica non c’era ma il movimento era accompagnato dal dolce fruscio dell’erba recisa. Il taglio veniva programmato secondo le previsioni del tempo, in modo che l’erba potesse godere un paio di giorni di sole prima di essere raccolta e portata nel fienile. Ora abito in periferia, dove sono diffusi piccoli giardini con piccolissimi praticelli e ogni giorno sono portato a pensare con nostalgia ai «ballerini» dei prati giovanili. Il taglio dell’erba si fa con la falciatrice che, non so perché, è più rumorosa di un aviogetto e poi la si raccoglie con un soffiatore, anche questo musicale come flatulenze di elefante. In primavera ed in estate ogni giorno si taglia un prato e, anche se è distante qualche centinaio di metri, il frastuono è insopportabile: finestre chiuse, possibilmente con i doppi vetri.
LORENZO ACERBONIBrescia
Caro Lorenzo, saremmo ipocriti a non darle ragione, anche se a fronte del realismo con cui racconta i tempi attuali fa da eco un edulcorare quelli antichi. Il falciatore ballerino spesso era storto da decenni di fatiche e la musicalità della falce risaltava nel silenzio causato dallo sforzo, interrotto da imprecazioni e grida. Ciò detto, la fondata speranza è che tra le migliorie del futuro ci siano apparecchiature meno rumorose. E se l’abbandono del motore a scoppio (endotermico, come scrivono quelli bravi) preoccupa il settore automobilistico, per le piccole falciatrici il passaggio alle batterie sarà una panacea. Almeno per le orecchie sue e di tutti. (g. bar.)
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