Quelle bianche lacrime condivise all’ospedale

Scala 14 settimo piano. Le lacrime bianche sono a mio avviso le più pure. Bianche capirete in seguito perché. Sono a fare assistenza a mia madre ricoverata in chirurgia vascolare, nel turno del pomeriggio arriva un’infermiera dolcissima. Instauriamo subito un rapporto di empatia e così mi permetto, in un momento di bisogno, di cercarla personalmente. La vedo uscire dal bagno con gli occhi lucidi, occhi di pianto. Nel vedermi mi sorride con malinconia, le sorrido a mia volta. Dopo aver esaudito la richiesta di mia mamma la osservo durante il suo turno. Un sorriso, una carezza, una parola per tutti e così capisco ancora di più l’importanza che l’infermiere riveste. Dolce infermiera chissà cosa ti ha fatto piangere tanto da nasconderti in bagno, chissà che sofferenza dietro quel bellissimo sorriso, nascosta in quelle dolci carezze. Tu che dai conforto e aiuto, anche nei tuoi momenti tristi. Grazie grazie grazie e sì, siete angeli. Almeno, tu lo sei, lo sei stata.
// G. G. Gentile lettrice, è davvero raro che le persone alle prese con un loro dolore abbiano la forza e gli occhi per cogliere quello di altri. Quando ciò avviene, e per di più con la affettuosa sensibilità delle sue parole, è un piccolo miracolo che porta conforto anche a tutti noi. (g.c.)Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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