Quei giovani di Tor Vergata e noi adulti

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Non disperdiamo questa energia, 25 anni sono una generazione. Ci pensavo proprio in questi giorni, in cui i giovani di tutto il mondo si sono riuniti per il Giubileo dei Giovani a Tor Vergata e per la straordinaria Veglia con Leone XIV: più di un milione, tra cui 1.200 bresciani. Confesso che ho seguito questo evento da casa con un duplice sentimento: da una parte, tantissime aspettative per il primo incontro di Papa Leone con i giovani; dall’altra, un po’ di amarcord ripensando all’altrettanto straordinaria Veglia di Tor Vergata, in occasione della Gmg del 2000. E non è un caso che, in questi giorni, i social fossero pieni di pensieri che moltissimi miei coetanei hanno postato ricordando l’incontro con Giovanni Paolo II: ho scoperto che molte donne e molti uomini, con i quali negli anni ho percorso tratti di strada e con i quali, col tempo, siamo diventati amici, come me erano presenti a Roma 25 anni fa e, come me, portano ancora nel cuore le parole del Papa, che allora ci chiedeva di essere «le sentinelle del nuovo millennio». Abbiamo preso sul serio quell’invito: oggi, molti di quei giovani della cosiddetta «generazione Giovanni Paolo II», ormai diventati adulti, sono medici, insegnanti, seri professionisti, persone impegnate in ambito politico, nell’associazionismo e nelle realtà del terzo settore... pur con tutti nostri limiti e i nostri difetti, abbiamo cercato di essere fedeli a quell’incontro, che ha segnato profondamente la direzione della nostra vita. Adesso, è il momento di queste ragazze e di questi ragazzi, ai quali Papa Leone ha detto di non avere paura dei propri sogni e di aspirare a cose grandi. Un invito per loro, ma anche un monito per noi adulti: da qui, il mio appello affinché non disperdiamo questa energia, dando loro ascolto, dando loro fiducia, e, soprattutto, dando loro speranza, spazio e opportunità. Ne va del nostro presente e del nostro futuro. Non disperdiamo questa energia: sono sicuro che non ce ne pentiremo!

Massimo Pesenti
Brescia

Caro Massimo, è un ponte lungo quanto solido quello che collega idealmente due generazioni e un luogo, un’occasione: il Giubileo dei giovani e Tor Vergata. Condivisibile e bello il suo appello ai ragazzi e alle ragazze d’oggi, affinché non disperdano tanta energia. Qualche dubbio in più l’abbiamo su noi adulti, in particolare sul «dar loro» fiducia. Speranza, spazio e opportunità i giovani attuali possono infatti prenderseli da sé. Anzi, devono prenderseli, senza chiedere il permesso. La fiducia invece è come l’amore: non si può imporre né pretendere, è un dono che va accettato ed elargito. Noi adulti siamo disposti a concederla loro? Oppure lo sosteniamo a parole, ma nell’intimo storciamo il naso, scuotiamo la testa, pensando che essi siano deboli, fragili, delicati, impreparati... Sono le nostre paure, caro Massimo, il vero problema, non altro. Basterebbe invece chiudere gli occhi e catapultarci venticinque anni addietro, quando a Tor Vergata c’eravamo noi, con le nostre fragilità, le debolezze, le preoccupazioni, ma pure l’entusiasmo, la passione, la vitalità d’una marea ascendente. La verità allora è che siamo e saremo «le sentinelle del nuovo millennio» non se ci sostituiremo agli attuali giovani, bensì se ci faremo sostituire, lasciando loro - con fiducia - il testimone. (g. bar.)

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