Quegli orti saranno abusivi ma non fanno alcun male
Le scrivo in merito all’articolo pubblicato la settimana scorsa riguardo agli orti abusivi di San Bartolomeo. Scrivo in quanto figlio di uno degli occupanti abusivi (mio padre a 78 anni), consapevole del fatto che, non essendoci né un contratto, né una carta, né altro, gli occupanti non hanno alcun diritto sul terreno. Voglio comunque esporre un mio pensiero e amerei molto ricevere alcuni chiarimenti in merito alla questione. Nell’articolo si parla del fatto che non è possibile individuare gli occupanti, ma in 30 anni (sono anche più di tre decenni che questi orti esistono) nessuno è mai passato a censirli. Nell’articolo si scrive degli occupanti che hanno ristretto la roggia presente tanto da precluderne l’accesso, ma nessuno ha mai fatto tale misfatto in quanto che, il rigolo d’acqua corrente è di vitale importanza per le coltivazioni in essere. Inoltre, gli orticoltori, tuttora tengono pulita la roggia perché gli abitanti delle case confinanti con accesso ad essa, scaricavano sfalci e potature nella stessa occludendone il passaggio, mentre ora questi scarti vengono presi in carico dagli orticoltori che li trasformano in fertilizzante (mio padre ha installato un composter fornitoci dal comune). In parole povere sono coltivazioni ad impatto nullo. Sempre nell’articolo si fa presente che è stata rilevata attività di motocross e trial. C’è una scuola di bicicross (perciò non rumorosa) con regolare contratto annuale stipulato col comune. È stato riportato anche di allevamenti di maiali. Maiali non ce ne sono mai stati, si trovava qualche gallina (tutt’oggi) e qualche pecora che 4-5 anni fa è stata rimossa. In ultima è stato scritto che in futuro verrà individuata un’area consona a trasferire gli attuali occupanti abusivi del terreno comunale. Volevo anche rendere noto che tali occupanti abusivi, col loro operato hanno fatto pure un’opera di bonifica del campo in essere in quanto, in passato, a detta loro, era stato usato come discarica abusiva: hanno eliminato rottami ferrosi, rifiuti ingombranti ed immondizia varia. Ciò che mi lascia perplesso è il fatto che il Comune già fosse a conoscenza di questi orti in quanto che, pochi anni fa, ha posato una strada asfaltata all’interno del campo: essa segue il profilo degli appezzamenti di terreno recintati (abusivamente) e che lo stesso ente abbia persino posato un cancello carraio nuovo, sempre aperto ed accessibile. Inoltre se l’idea di sgomberare l’area era già preventivata per quest’anno, perché non hanno dato l’avvertimento ancora a gennaio così gli occupanti non investivano tempo, denaro e fatica per sementi, piantine e coltivazioni varie? Invece di dare un mese di tempo per liberare l’area, non si può dare il tempo a questi pensionati (lo sono praticamente tutti) di raccogliere ciò per cui hanno già speso in denaro e fatica? Ma soprattutto, prima di effettuare l’azione di sgombero coatta, perché non viene individuata la zona di trasferimento, cosicché gli orticoltori si possano organizzare con le coltivazioni trasferibili e l’attrezzatura? Ma non dall’altra parte della città ovviamente. Vedreste voi un 78enne farsi tutta la città per pochi metri quadrati di terra? Enti ed associazioni parlano degli orti come risorsa da proteggere. Questi occupanti saranno pure abusivi ma non fanno del male a nessuno. Un’azione tanto brutale non è poi tanto umana né civile. Un punto d’incontro lo si potrebbe trovare. Spero nel buon cuore di chi amministra queste situazioni.
// Alberto PrincivalleCapriolo
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