Pro e contro della raccolta differenziata
Uno dei temi di maggior sensibilità ambientale è rappresentato dalla raccolta rifiuti differenziata. Il metodo che riscuote interesse e, nel nome del quale si attuano vere e proprie crociate, è il porta a porta. Le percentuali di «differenziato» così raggiunto si avvicinano sempre di più al 70%, almeno nelle dichiarazioni dei sostenitori. Benissimo differenziare. Oltre a un messaggio educativo alle giovani generazioni è anche un modo concreto di affrontare subito il problema del risparmio di risorse. Quel che mi risulta più difficile comprendere è se questo metodo sia compatibile con un costante progresso della nostra società e con il miglioramento della qualità della vita. Sono ormai numerosi i Comuni, di diverso colore politico, che provano ad applicarlo e mi risulta si evidenzino sempre più i limiti oggettivi di tale raccolta, compreso il ritrovarsi borsine di immondizia da tutte le parti. Una società in cui numerosi nuclei familiari sono composti da «single», da coppie che viaggiano, coppie dove lavorano entrambi con turni diversi, anziani non sempre autosufficienti, non è assolutamente predisposta ad accogliere una scaletta programmata di bidoni e bidoncini di vari colori che impegnano con un calendario variegato e distribuito sull'intera settimana. Non mi sembra necessario arrivare all'elencazione dei mille disagi già effettivamente riscontrati; a Botticino, dove abito, visti i pochi marciapiedi, dove si mettono tutti i bidoncini sulle vie strette? Siamo disposti ad accettare che sul pianerottolo si formino i vermi nel contenitore dell'umido che deve permanere per due giorni? Siamo in grado di giustificare venti o trenta bidoncini colorati che asfissiano il vano scala già angusto dei condomini? Siamo disposti a lasciare in casa l'immondizia alcuni giorni perché al mattino partiamo per un week end e non è giorno di raccolta, quindi non possiamo esporla? Vogliamo soprassedere al fatto che schiere di auto svuotano regolarmente bauli di rifiuti ingombranti nei cassonetti, accessibili a tutti, nel paese vicino? È sensato dover pagare la polizia locale anche per svolgere compito di vigilanza perché questo non accada? A Botticino, da tantissimi anni la raccolta avviene con i cassonetti e mi sembra, tutto sommato, che il sistema funzioni. Ho constatato anche che, ovunque vi siano i cassonetti dell'umido, del vetro, della plastica, i cittadini li utilizzano con regolarità. Dove è collocato solo quello dell'indifferenziato, i cittadini buttano indiscriminatamente. Sono convinto che, senza stravolgere nulla, con un impatto molto inferiore, si possa arrivare a collocare la serie completa di cassonetti nella maggior parte delle isole. Nessuno è così insensibile da buttare tutto nell'indifferenziato, quando a un metro ha le opportune alternative. Un giusto equilibrio tra la qualità della vita e una coscienza ecologica mi sembra il più adatto in una realtà come la nostra. Intestardirci in una crociata, come se la percentuale di «differenziato» fosse l'unico scopo, significa tralasciare completamente che una buona fetta della nostra cara Italia ignora ancora l'uso stesso del cassonetto, esponendoci a un'immagine effettivamente degradante. Riterrei molto più utile avviare una campagna concreta per risolvere questo problema innanzitutto. Se lo scopo della nostra esistenza vuol essere il risparmio di risorse, dovremmo essere meno ipocriti; rinunciamo anche all'illuminazione pubblica, rinunciamo anche all'automobile, al telefonino, alla televisione, alla pubblicità, ai parchi di divertimento, alla doccia giornaliera. Tutte comodità non necessarie. Ritorniamo a una società stile «albero degli zoccoli» e avremo ottenuto risultati mille volte superiori. È questo che vogliamo? Mi auguro che alla fine prevalga il buonsenso.
Remo Piccinotti
Botticino Sera
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