Prezzo dei tamponi, com’è cambiato in così pochi giorni

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Bassa bresciana, sera di sabato 11 dicembre, mio figlio di 15 anni ha il raffreddore, ma il giorno dopo ci tiene ad andare ad aiutare per gli eventi dell’oratorio e del comune per la Santa Lucia. Alle 21 comincio il tour di 2 ore che mi fa girare 10 paesi per acquistare in farmacia un tampone da fargli. Inizio dalle farmacie di turno dove è necessario o chiamare un cellulare o suonare ad un campanello che rimanda ad un cellulare (viene indicato che la chiamata giustamente ha un costo accessorio nel caso di acquisto, una volta non era così). Quindi passo a farmacie con dispenser, in una il tampone non c’è, nell’altro paese invece c’è, peccato che il display riferisca essere fuori servizio. Torno a casa sconsolato con la famiglia già a nanna. La domenica mattina il ragazzo resta a casa ed io riparto alla ricerca dell’irraggiungibile tampone, a Leno farmacia aperta di domenica mattina pur non segnalata in quelle di turno, tampone acquistato euro 6,90, eseguito test, negativo. Si arriva al 30 dicembre, il 31 ci troviamo con un’altra famiglia e per precauzione visto che ora era la tosse ad impensierire, vado nella farmacia vicino a casa dove generalmente mi servo ed acquisto un altro tampone, sorpresa, non pensando al costo consegno la tessera sanitaria e mi vengono richiesti 15 euro. Al momento resto sbalordito, ma non dico nulla e mentre esco penso, probabilmente è un’altra marca, magari italiana, sicuramente più precisa... arrivato a casa, la scatola è la medesima. Penso che probabilmente ora non se ne trovano più e quindi il costo d’acquisto da parte delle farmacie è aumentato notevolmente, sorpresa, un mio caro amico di Modena, che ha una sanitaria, sentito per farci gli auguri del nuovo anno e raccontandogli la cosa mi dice, no, il costo è pari a circa... (non dettaglio, ma parliamo di pochissimi euro). Martedì 4 gennaio in ufficio ci viene confermata la positività di una collega, pur senza sintomi, e pur essendo già 5 giorni da quando non la vediamo, io ed un collaboratore decidiamo di farci ’sto famigerato tampone (per me era la prima volta). Attigua all’ufficio c’è una farmacia, mi metto in coda all’esterno (all’interno una sola persona serve oltre a colui che fa i tamponi manuali). Tocca a me, entro e chiedo un tampone, porgo la tessera sanitaria, ma stavolta prima di consegnarla chiedo il costo, sorpresa, la signorina risponde 18 euro, immaginiamo il mio stupore, chiedo conferma che non siano più di uno, poi con gentilezza faccio presente di aver pagato 6,90 euro sempre in farmacia qualche giorno prima, la ragazza si gira verso il «presumo» farmacista che fa i tamponi e mi dicono che probabilmente avrò acquistato un tampone salivare o un’altra marca (assolutamente la stessa...) e che loro l’hanno sempre venduto a 18 euro. Stupito non effettuo l’acquisto ed esco seguito dallo sguardo anche un po’ severo di entrambi, quasi fossi io in torto e il cosiddetto (in bresciano) «tégna». Il collega nel frattempo mi dice che la moglie in un negozio non sanitario ha acquistato ad euro 9,90 l’uno 3 tamponi. Uscendo dal lavoro, ed essendo in città, vado in un’altra farmacia (medesimo nome di quella dov’ero andato a Leno), stavolta prima di acquistare chiedo il costo, stupore: 6,90 euro. Ne compro tre, tampone negativo. Restano i dubbi: la farmacia dove vado di solito mi ha fregato? Con quale spirito ci ritorno? Fare un tampone programmato in farmacia che certifica il Green pass costa 15 euro. In questo momento dove è una necessità l’acquisto di tamponi, questa rincorsa al super guadagno da parte di alcune farmacie la ritengo un’offesa, e comunque vige la legge del mercato, della domanda e dell’offerta, sappiamo anche che il mondo gira ed il consumatore le cose le ricorda. Buon tampone a tutti!!!

// Un lettore della Bassa Gentile lettore, l’antidoto naturale alla legge del mercato non è solo quello della memoria, ma anche quello del buon gusto e del buon senso. Il balzello dei prezzi (spesso correlato alla tipologia dei tamponi: una cosa sono quelli rapidi, altra i fai da te) pone qualche interrogativo ma è necessario sfuggire alla tentazione di generalizzare: le farmacie in questi mesi di emergenza sono state un prezioso riferimento, spesso di supplenza di altri servizi. I pochi che ne hanno approfittato vanno giustamente stigmatizzati ma non devono essere determinanti nel giudizio su un’intera categoria che ha dato davvero tanto. Detto questo, riteniamo al limite della psicosi collettiva la corsa al tampone facile da parte degli asintomatici, conseguente ad una sorta di cortocircuito informativo e non a necessità oggettive. Tema che il Governo dovrebbe affrontare e codificare al più presto, questo almeno chiedono le Regioni. Per il bene di tutti. Soprattutto di coloro che, pur avendo bisogno di un tampone immediato, sono costretti a pellegrinaggi e code. (n.v.)

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