Prevenzione? A scuola è vietato lavarsi i denti
Egregio Direttore, motivo della mia lettera è di cercare, con l’aiuto del Giornale di Brescia, di porre fine ad una cattiva consuetudine delle nostre scuole. Premetto che sono un dentista e che, come tutti i medici, credo fortemente nella prevenzione. La prevenzione consente di intercettare per tempo le patologie, nel nostro caso quelle odontoiatriche (carie e malattia parodontale) e di ridurre enormemente sia i danni che i costi. Nei paesi industrializzati dal 1980 al 2000 l'indice DMFT (vale a dire i denti cariati, otturati o addirittura estratti) all’età di 12 anni è sceso da circa 5 a 2,5; nel 2005 a poco più di 1 e l’obiettivo dell’Oms per il 2020 è di raggiungere quota 0,5, con il 65% dei dodicenni privi di carie. Tutto questo grazie alla prevenzione. Prevenzione vuol dire attenzione alla dieta, utilizzo di fluoro e norme rigorose di igiene orale. Vengo al dunque. Nella maggior parte delle scuole materne ed elementari di Brescia è vietato lavarsi i denti. Non è permesso ai bambini portare spazzolino e dentifricio ed utilizzarli dopo la merenda del mattino od il pranzo (un elevato numero di alunni infatti ha orario continuato). Le motivazioni? I bimbi corrono il rischio di scambiarsi gli spazzolini. Si arriva al paradosso che alcuni genitori chiedono che io compili una richiesta medica per consentire al bambino di potersi spazzolare. Davvero inquietante! Una volta il medico compilava un certificato per esentare l’alunno, per esempio, dall’educazione fisica. Ora per consentirgli di lavarsi i denti. Sono fortemente convinto dell’importanza di qualsiasi messaggio arrivi dalla scuola ai bambini; viene percepito con più attenzione, spesso ancor più di quello che viene dai genitori. Lei crede che con un po’ di buona volontà da parte di tutti si riesca a consentire alla scuola di svolgere il suo compito primario, vale a dire ducare, a 360 gradi?
// Piero Alessandro Marcoli Lei, dott. Marcoli, ha messo il dito nella piaga dei paradossi d’Italia che quando entrano a scuola diventano ancora più insopportabili. Siamo il Paese dei protocolli che nel tentativo di risolvere una questione ne aprono altre venti. Vale per lo spazzolino come per la torta della nonna, pure questa lasciata sulla soglia della scuola perché «non confezionata», dunque non garantita. Vietare è certo più facile che valutare. Allontana dal buon senso ma solleva da ogni responsabilità. Alla sua domanda rispondo «ovviamente sì», ma lei stesso pone un requisito essenziale: la buona volontà. Che io francamente fatico a vedere. Salvo pionieri che inventano escamotage come quello del certificato medico per prescrivere il lavaggio dei denti. E a scuola, come l'hanno presa? (n.v.)Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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