Portafoglio trovato e restituito Una buona notizia

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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A pprofitto di questo spazio per raccontare quanto accaduto a mia figlia un paio di settimane fa. Anna, che frequenta la facoltà di Giurisprudenza, parcheggia solitamente in piazzale Cossuth per poi dirigersi alla fermata Metro Mompiano e poi raggiungere l’università. Al rientro a casa, nel primo pomeriggio, si accorge di non avere il portafoglio. Dopo averlo cercato inutilmente ovunque e non sapendo bene cosa fare decide, prima di rivolgersi ai Carabinieri per eventuale denuncia, di ritornare al parcheggio e provare a ripercorrere il tragitto fatto a piedi. Nel frattempo, aveva una strana sensazione di non essere stata derubata e prima di scendere nella stazione Metro entra in un bar di piazzale Cossuth per chiedere... E con sua grande sorpresa la gentile barista, dopo averle chiesto ovviamente informazioni riguardo al tipo di portafoglio e nome e cognome, glielo restituisce spiegando che poco tempo prima un gentile signore l’aveva trovato nella stazione Metro e consegnato al bar (di cui mia figlia comprensibilmente agitata non ricorda il nome) nell’eventualità che qualcuno lo cercasse. Vorrei quindi insieme ad Anna ringraziare enormemente il gentilissimo signore che, trovato il portafoglio, ha pensato bene di lasciarlo al bar, ed ovviamente anche la cortese barista. Questo è un esempio di come onestà e correttezza siano ancora presenti nella nostra società, nonostante tutto ciò che quotidianamente leggiamo. Grazie di cuore .
Sonia

Cara Sonia,

la sua lettera è come il cielo terso e l’aria frizzante di queste giornate d’aprile: per un verso apre il cuore, infondendo uno spirito positivo, di fiducia, per l’altro dà una sveglia, induce a non starsene con le mani in mano, suscita il desiderio di qualcosa di buono.

È proprio questa la vera forza del bene: diffondersi per contagio. Per ogni seme messo a dimora spuntano più germogli, che diventeranno ramo o fusto a loro volta, in quel circolo infinito ch’è la vita.

Poco importa allora se oggi la risposta appartiene alla categoria che i nostri amici più sfrontati chiamano di «carie ai denti», poiché tendenti al miele.

In un giornale di cinquanta e più pagine, spesso di cronaca giudiziaria o nera, con altre manciate di notizie su quanto urta o stride in politica, nell’amministrazione, persino nello sport, due parole su un episodio che induce ottimismo ci stanno eccome.

Ancor più se, avendo discreta memoria, lo si intreccia di trama ed ordito con altri episodi simili che giorno per giorno pubblichiamo e che disegnano una comunità coesa, solidale. Più nei fatti, dobbiamo dire, che sulla carta o sui social, dove si trova il meglio del peggio.

«Onestà e correttezza».

Ha proprio ragione, cara Sonia: ci sono, non sono scomparse. Anzi, i pessimisti, gli scettici e i giansenisti non ce ne vogliano male se scriviamo che correttezza e onestà sono la prevalenza. Sia al plurale, per le persone che ci circondano, sia al singolare, dentro l’animo di ciascuno di noi, che talvolta cediamo scegliendo la scorciatoia della furbizia, ma nella maggior parte dei casi righiamo dritto, optiamo per il bene, per libera scelta, senza bisogno di basto o di briglie. (g. bar.)

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