Polizie locali Il ruolo educativo delle sanzioni

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Dopo aver letto la lettera del signor Elenio, vorrei dire la mia in proposito. Per non nascondermi dietro ad un dito, preciso di essere un agente di Polizia locale in pensione. Nel momento in cui il signor Elenio afferma che l’autovelox era «segnalato malissimo», conferma di averlo visto. Se l’ha visto, perché non ha rallentato e portato la velocità sotto il consentito? Avrebbe evitato la multa. Suppongo abbia letto sulla notifica che la multa andava pagata entro il termine perentorio di 60 giorni. Mi chiedo perché, avendo 60 giorni di tempo, l’abbia pagata dopo tale termine. Se pensava di arrecare dispiacere all’amministrazione comunale pagandola l’ultimo giorno, ha pensato male e ha pure sbagliato a fare i conti. Due mesi, come il signore ha sicuramente pensato, non sempre corrispondono a 60 giorni. Inoltre vorrei sapere il motivo per cui considera la multa un «furto legalizzato» dato che il Codice della strada è una legge dello Stato e prevede norme che tutti dovrebbero rispettare, pena una sanzione amministrativa. Per quanto riguarda il comportamento e le risposte avute dall’agente di Polizia locale se vero quanto sostenuto dal signor Elenio, sicuramente sono state oltre il consentito, ma mi consenta di avere un dubbio, magari sbagliando, che forse siano state conseguenti ad un approccio, diciamo così, «poco cortese» da parte del signor Elenio. Ammetto che anch’io, essendomi trovato centinaia di volte in situazioni di approccio maleducato, mi sono lasciato prendere dalla foga e ho risposto sopra le righe, ma, quando l’approccio era cortese, ho sempre risposto con altrettanta cortesia cercando di dare risposta al quesito. L’educazione nei rapporti dovrebbe essere sempre reciproca. Però, non essendo stato presente al fatto, ribadisco essere solo un dubbio. Una cosa è certa: non tutti accettano che chi è cagione del proprio male debba piangere se stesso e non cercare un capro espiatorio a cui addossare le proprie colpe. Signor Direttore non ho compreso bene la sua risposta. Forse ritiene che 60 giorni per pagare una multa, dopo aver ricevuto notifica, sono pochi? Vorrei farle notare che non è vero che trascorrono mesi per vedersi notificata una multa. Il Codice della strada impone la notifica entro 90 giorni pena la prescrizione della stessa. Altra cosa è il mancato pagamento. Neanche ho capito cosa Lei intenda per «annullamento della fase educativa». Davvero pensa che notificare una multa in breve tempo «educhi il multato» ad un comportamento più sobrio rispetto ad una notifica fatta in tempi più lunghi? Se fosse una teoria veritiera, chi prende una multa per un qualsiasi forma di divieto, dato che l’avviso viene lasciato in tempo reale, dovrebbe farne tesoro e mai più sostare in divieto. Purtroppo, mi creda, non è così. Se così fosse, le multe comminate ogni anno dovrebbero diminuire, invece...
Marino Longhi
Poncarale

Caro Marino,

grazie per la sua lettera, che pubblichiamo a stretto giro di posta, poiché consente di spiegarsi al meglio e aggiungere un elemento essenziale in ogni relazione, compresa quella tra opinionista e lettore: la chiarezza.

Sull’interpretazione di come siano andate le cose tra il signor Elenio e l’agente della Polizia locale non ci avventuriamo: essendo il campo delle ipotesi e del verosimile assai vasto, rischieremmo entrambi di perderci.

Puntuale invece voglio essere su ciò che dice di non aver ben compreso della mia risposta.

Primo: no, non dico che sessanta giorni per pagare siano insufficienti e sì, so che novanta giorni è il termine utile per la notifica, pena la prescrizione.

Secondo: novanta giorni per la notifica se hanno senso quando la sanzione è occasionale, diventano invece capestro allorché l’infrazione è commessa senza accorgersi e rischia di essere reiterata. Uno dei casi più famosi, tra l’altro, è bresciano. Riguarda la coppia che passando per 104 volte in una zona a traffico limitato s’è vista recapitare un verbale di tredicimila euro. Considerato che la tecnologia è ha disposizione di tutti, per primo dello Stato, basterebbe non dico una notifica in marca da bollo, ma anche soltanto un sms di avviso sul cellulare del proprietario dell’auto.

Terzo: il ruolo «educativo» della sanzione. Lo ammetto: è ciò che più mi sta a cuore e mi dispiacerebbe non essere sufficientemente chiaro. Innanzi tutto ammetto che è un concetto non mio, ma che ho imparato del tenente Mario Locatelli, che da quasi trent’anni ogni martedì conduce una trasmissione tv di domande e risposte sul Codice della strada. È stato lui ha insegnarmi l’importanza dell’accompagnare la multa con una spiegazione adeguata, poiché lo scopo dell’agente di Polizia locale - così come pure del legislatore nel formulare ogni regola - è quella di evitare che gli eccessi si verifichino e non di rastrellare denaro.

Tuttavia, caro Marino, perché questo accada occorrerebbero agenti come Locatelli o come lei, che nel proprio mestiere credono e lo difendono con passione, mentre pure quello dell’ex vigile urbano è diventato un lavoro impiegatizio come un altro, per cui spesso si preferisce annotare lestamente e magari di nascosto un’infrazione e poi mandare a domicilio la contestazione, evitando così il rischio di possibili discussioni o problemi. (g.bar.)

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