Politica e Giornale Uno spazio equo per dare voce a tutti

Lettere al direttore
Lettere al direttore
AA
Sono da parecchi anni abbonato al Giornale di Brescia, ma nuovamente devo rilevare una circostanza che ritengo di inequivocabile scorrettezza nei riguardi della pluralità e neutralità di informazione. Da una decina di giorni è presente sul Giornale di Brescia una nuova pagina: «Verso le europee: interviste ai candidati», che dedica a ciascun candidato ben mezza pagina. Anche in tale circostanza, come già ebbi modo di rilevare in occasione di altre tornate elettorali, traspare, nel numero e nelle scelte dei candidati intervistati, una chiara simpatia di orientamento politico del Giornale di Brescia: 20/05 Bordonali (Lega), 22/5 Cegna (Verdi-Sinistra), 24/05 Zambelli (FI) + Inselvini (FdI), 27/05 Lancini (Lega), 29/05 Vivaldini (FdI), 30/05 Vannacci (Indip. Lega). Come si può chiamare eufemisticamente? Endorsement? Comunque per ora siamo 6 a 1!
Giovanni Bellini
Brescia

C

aro Giovanni,

i nostri lettori hanno sempre una corsia preferenziale. Se sono abbonati, ancora di più.

Ecco perché le rispondiamo con solerzia, ringraziandola anche perché così dà modo di spiegarci al meglio, evitando incomprensioni, malintesi o false supposizioni.

Innanzi tutto, la premessa.

Viviamo un tempo in cui, ancor più che in passato la politica è tifo da stadio, per cui si sospetta di tutto, spesso dando la colpa all’arbitro. Non ci sorprende perciò che chi tende a sinistra

«veda» i presunti vantaggi della destra e viceversa, chi ha cuore a «destra» interpreti ogni voce contraria come un appoggio collaterale alla «sinistra». Una questione antropologica, prima ancora che sociale o culturale.

Secondo. Proprio per questo prestiamo massima attenzione, come giornale, al criterio dell’equità, sapendo che i lettori di un quotidiano locale non appartengono a una fazione, né vogliono sentirsi blandire da una parte o dall’altra, bensì hanno differenti preferenze, ciascuna - dal proprio punto di vista - rispettabile e giusta.

Terzo. Oltre alla vocazione del Giornale, c’è una sensibilità personale, come cronisti, che sanno di non dover far sconti a nessuno, ma anche intellettualmente onesti da riconoscere «le ragioni degli altri», qualsiasi esse siano.

Quarto. Ci siamo dati delle regole, cioè di dedicare interviste ampie a tutti i candidati bresciani in corsa per le Europee, oltre ai capolista o ai leader di partito di passaggio da Brescia.

Quinto. Il suo conto finale, oltre che inesatto (non sono state conteggiate le interviste a Cecilia Strada, Giorgio Gori, Caterina Avanza, Giovanni Mori, Matteo Renzi: come set, dunque, come minimo siamo pari, 6 a 6) è soprattutto parziale, non essendo la campagna elettorale ancora finita.

Sesto. Bando alle accuse di «scorrettezza» e almeno noi procediamo sereni, fidandoci a vicenda. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato