Pochi consumi, bolletta tripla Una vergogna

Lettere al direttore
AA
Scrivo dopo aver ricevuto bollette di energia elettrica e gas della nostra attività commerciale per esprimere il nostro disappunto nel leggere che per un consumo effettivo di 270,00 euro di elettricità, dobbiamo pagare un totale di 637,00 euro per spese trasporto e oneri di sistema veramente elevati a cui viene pure aggiunta Iva al 22%. Iva al 22% su un bene di prima necessità. Iva al 22% pure su oneri di sistema e spese di trasporto. Troviamo tutto veramente assurdo. Investiamo rifacendo impianto di illuminazione per risparmiare e ci ritroviamo con una bolletta quasi triplicata per costi aggiuntivi esagerati. Luce e gas anche per un’attività commerciale sono un bene primario e non un lusso! Consapevole che nonostante lo sfogo non cambierà nulla, la speranza è che la legga chi di dovere per capire che anche le attività commerciali hanno bisogno di non essere tartassate da costi fissi talvolta veramente esagerati per potere continuar ad operare sul territorio.
Una commerciante
Carissima,
in principio, per come è stata raccontata, la liberalizzazione del mercato energetico avrebbe dovuto eliminare le zavorre di un sistema bloccato, portando vantaggio ai consumatori. Al tirare delle somme, invece, chi gestiva tali affari è rimasto potente, forse più di prima (che la concorrenza tra simili irrobustisce, rafforza), mentre per i cittadini comprendere i miglioramenti è un’impresa. Nel caso specifico l’assurdità che sottolinea è duplice: si rifanno gli impianti per risparmiare e si paga il triplo, in più lo Stato considera luce e gas non essenziali, bensì quali beni di lusso e li tartassa. Perciò, anche se il suo sfogo non cambierà nulla, almeno chiamiamo ciò che le capita con il nome proprio: una vergogna. (g. bar.)
Una commerciante
Carissima,
in principio, per come è stata raccontata, la liberalizzazione del mercato energetico avrebbe dovuto eliminare le zavorre di un sistema bloccato, portando vantaggio ai consumatori. Al tirare delle somme, invece, chi gestiva tali affari è rimasto potente, forse più di prima (che la concorrenza tra simili irrobustisce, rafforza), mentre per i cittadini comprendere i miglioramenti è un’impresa. Nel caso specifico l’assurdità che sottolinea è duplice: si rifanno gli impianti per risparmiare e si paga il triplo, in più lo Stato considera luce e gas non essenziali, bensì quali beni di lusso e li tartassa. Perciò, anche se il suo sfogo non cambierà nulla, almeno chiamiamo ciò che le capita con il nome proprio: una vergogna. (g. bar.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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