Pisogne potrebbe essere sito museale

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Apprendo dalla stampa che l'on. Davide Caparini, è riuscito ad ottenere dal Ministero dell'Economia un contributo di un milione di euro da destinare prevalentemente al Museo Camuno. La notizia va accolta con soddisfazione per il giusto riconoscimento dato alla millenaria storia degli antichi abitanti della valle Camonica che, con le loro incisioni hanno scritto le prime pagine della Storia dell'Europa. Quanto detto sopra mi dà l'occasione per ricordare, come ho già fatto precedentemente, che a Pisogne esiste un edificio storico, utilizzato per quasi un secolo come sede della scuola elementare che, oggi ancora vuoto, attende una precisa destinazione. Potrebbe essere un sito ideale per un museo: a pochi passi dalla stazione ferroviaria, a un'ora circa da Brescia, può accogliere il bacino d'utenza di tutta la Valle Camonica, 80.000 persone e attingere, per cinque mesi, ai clienti delle Terme di Boario, oltre ad estendere la sua attrazione verso Lovere o le Valli bergamasche. Quella di Brescia è stata definita la provincia dei 100 musei ai quali vanno aggiunte numerose iniziative in corso di progettazione. Accanto al ruolo forte di Brescia, c'è la notevole crescita delle realtà museali del territorio: Capo di Ponte, Salò, Desenzano ed altri poli in forte espansione. Pisogne potrebbe entrare in questo elenco? Il paese ha sempre avuto a cuore le sorti del patrimonio artistico della Valle Camonica e quindi vanta tutte le credenziali per meritare un museo. Inteso questo non come uno spazio chiuso limitato alla conservazione dei beni materiali, ma come luogo per innalzare lo spirito capace di ospitare o produrre mostre, convegni anche concerti. Un esempio: recentemente ha girato per l'Italia da Trieste a Reggio Calabria una mostra dal titolo «Egitto mai visto. Le dimore eterne di Assiut e Gebelein». Il pubblico ha potuto ammirare da vicino come gli antichi Egizi vivevano quotidianamente la religione, il lavoro, la cura del corpo, le dimore ed infine le mummie conservate in blocchi di vetro da osservare con comodità e calma, meglio probabilmente che negli affollati locali del museo del Cairo. L'allestimento della mostra non ha richiesto particolari esigenze, si è facilmente «adattata» alle ville o altri edifici. Risultato: una grande affluenza di pubblico e successo economico garantito. Un altro esempio di rilevanza locale. Recentemente su iniziativa dell'assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Pisogne, Marina Berlinghieri, è stata organizzata una conferenza celebrativa del lavoro artistico di un figlio illustre di Pisogne: Massimo Minini. Riconosciuto come uno dei massimi galleristi europei ha scelto la Chiesa del Romanino per presentare al pubblico un suo libro in cui raccoglie pensieri sparsi e dispersi in tanti anni di fatiche sul grande palcoscenico dell'arte. Sono brevi note, riflessioni ad alta voce, ricordi, eleganti lettere dell'opera di tanti artisti incontrati, provocazioni pubbliche, qualche sfogo e, soprattutto, un rammarico: non essere mai riuscito nell'intento di far aprire una galleria pubblica d'arte moderna nella sua città, Brescia. A questo punto una semplice domanda: è utopia realizzarla a Pisogne?

Demetrio Falcone
Pisogne

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