Perdere un figlio: la fede è la via per darsi pace
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C'è un dolore più forte della morte di una figlia/o? Si può sopravvivere ad una tale perdita? Come si può dare un senso a un lutto così profondo? Eppure c’è chi è riuscito a superare la tristezza e il dolore riscoprendo la speranza. Quando muore un figlio lo strazio è indescrivibile; è il dolore più grande che un essere umano possa provare, un distacco così lacerante, che non si rimargina più, l’esistenza per chi resta, se riuscirà a viverla non sarà più la stessa, ma il Signore toglie soltanto per dare un dono più grande. Come si fa a ringraziare Dio di fronte ad un evento così drammatico? Come può Iddio rispondere ai perché di genitori che si disperano di avere i figli in cielo, accanto a Lui per condividerne l’eterno amore? Come possono questi genitori aprire i loro cuori, se questi cuori sono asserragliati nella disperazione e nel rancore che alimentano i perché...? Perché .... perché mio figlio? Quante volte abbiamo vissuto con questo grido lacerante che scandisce inesorabilmente il nostro tempo, e quante volte prostrati dal dolore abbiamo consegnato al nulla il nostro «perché»? Nessuno di noi, tuttavia ha mai avuto il sospetto che, proprio quel momento tragico, quel grido lacerante fosse capace di trasformare la morte in un annuncio gioiso di vita? Ci sono verità che il Signore ha nascosto nel segreto del nostro cuore, che richiedono un lungo cammino al buio, esigono tutta la fatica di una ricerca, fino all’incontro con Lui... è importante non avere paura del dolore, anche se acuto e apparentemente incontenibile, nessuna notte è così lunga da non permettere un nuovo giorno. Anche se il percorso è lungo e faticoso, è bene non lasciarsi annientare dal dolore, ma rispettare i propri stati d’animo, assecondando le esigenze interiori, che via via si manifestano, non bisogna sfruttare i tempi, saltando tappe importanti che costituiscono un fondamento importante e costruttivo per noi e per l’intera famiglia. «Beati gli afflitti, perché saranno consolati», ma il dolore è forte, la memoria dei nostri figli ancora più forte e non permette che ce ne separiamo neanche volendo. Tutto concorre a ritardare la nostra rassegnazione, perché è una ferita che non cicatrizza, sanguina sempre. Signore Gesù, molti di noi Ti accusano di questa sofferenza, dell’ingiustizia di questa privazione di essere sopravvisuti alle loro giovani vite, di dove eri Tu, quando la loro giovane vita si stava spezzando, Signore ancora non riusciamo a perdonarci di tante mancanze verso i nostri figli, dei sensi di colpa dei tanti «se» che ci tormentano, come se quella vita spezzata sia difesa dalla nostra incuria, dalla nostra poca attenzione, dal non avere fatto tutto quello che potevamo per evitare l’incidente o la malattia... E quando la nostra impotenza ci invade e ce la prendiamo con Te. Ti preghiamo non tenerne conto perché il dolore non ci fa essere obiettivi, accusandoTi di averci traditi. Signore quando abbiamo saputo della morte di nostra figlia/o la spada del dolore ha trapassato la nostra anima. Perdonaci se non abbiamo la stessa fede di Maria, Signore; nella nostra notte oscura abbiamo dubitato di Te, gridato contro di Te. Ti abbiamo trattato come un traditore che non ha ascoltato le nostre suppliche, che non è sceso a patti con noi, Ti abbiamo visto come «Padre crudele» che è venuto a strapparci dal bene più prezioso più grande e più bello che avevamo... ma Tu sei qui accanto a noi... bussi alla porta del nostro cuore per darci consolazione, per sanare le nostre ferite, per accogliere fra le Tue braccia paterne i nostri figli, il frutto del Tuo amore per noi, il bene prezioso che avevi messo nelle nostre mani... ma le nostre orecchie sono chiuse e aspettiamo risposte che Tu non ci dai. Ci hai chiamato a vivere come Maria il mistero profondo della croce; perdonaci per ogni volta che ci siamo ribellati, non capendo il Tuo mistero d’amore. In questo tempo di Avvento, svegliaci da questo dolore per essere pronti ad accogliere il Dio con noi, Gesù, facci comprendere cosa vuol dire accettare la volontà di Dio quando tutto dentro grida disperazione, conflitto, ingiustizia, scoraggiamento, angoscia, delusione e a volte per molti di noi il rimpianto... insegnaci a sopravvivere a un così grande dolore, insegnaci a non contestare, a non dubitare, a non giudicare il Tuo operato... Insegnaci a guardare tutto con gli occhi della fede, perché noi proprio non riusciamo a comprendere l’intimo significato di questa vita così impregnata di sofferenze... Noi «genitori con i figli in cielo» auguriamo a tutti un Santo Natale e ricordiamo il prossimo incontro domenica 5 gennaio alle 16 al Santuario Maria Madre della Chiesa in Novagli di Montichiari, per continuare il nostro cammino. La mamma di Diletta
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