Perché sono stati fermati i treni e non le auto?

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Su come andare a The Floating piers, in una settimana ne abbiamo sentite di ogni tipo. C’è l’imbarazzo della non-scelta. Tutti parlano alternativamente di decisione delle autorità di pubblica sicurezza o di Comitato di Coordinamento. In pratica la sensazione è di totale incertezza sottoposti alla roulette di una mano invisibile che ora dice si e ora dice no. Capisco il meteo, capisco pure le esigenze manutentive di cui ho sentito al telegiornale. Ma i conti non tornano. Il risultato è quanto ho vissuto stamattina: grazie al consiglio di un amico bresciano fidato, parto dal mio piccolo paese Malgrate alla volta di Brescia. Vado comodo al parcheggio della stupenda metropolitana di Brescia, fermata Poliambulanza. Con buona pace di chi ha scelto gli ingorghi delle rotonde da Rovato in su. Qualche fermata e sono alla Stazione. La tentazione è di gioire: li ho fregati tutti. Mi affaccio, con i miei compagni di viaggio, al binario 1 e la baldanza diventa irritazione: troppa gente a Sulzano (oltre che a Brescia), niente treno. Provo da un cancellino scassato di fianco ai binari tronchi. Ci sono parcheggiati splendidi treni Trenord nuovi di zecca. Il personale di assistenza allarga le braccia: noi siamo pronti, non ci lasciano partire. Me la prendo col primo che capita: proprio bravi non fate partire i treni e le auto sono là ad arrostire. Sono andata sopra le righe e mi scuso con il malcapitato dipendente di Trenord. Adesso ho capito quanto invece sia confusa la mano invisibile! A bocce ferme, ora che ho rinunciato, vorrei che qualcuno mi spiegasse per quale sconsiderata ragione sono stati bloccati i treni e non le auto o i bus, anche nei giorni scorsi ho letto. L’unico mezzo sostenibile e capiente, il treno, funziona a singhiozzo mentre sulle strade l’ingorgo è totale (oltre ai costi dei parcheggi e delle navette, se partono). Mi piacerebbe che qualcuno degli «invisibili» mi spiegasse questa scelta, a mio parere sconsiderata. Manca una settimana: che fermino le auto e puntino sul treno, sarebbe tutto più ordinato e meno incerto.

// Camilla Gilardi
Malgrate

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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