Per gli 80enni due pesi e due misure

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Non molto tempo fa è stata pubblicata anche dal vostro giornale, la notizia della semplificazione del rinnovo della patente di guida per gli ultraottantenni, rispetto al 2011. Infatti, chi ha avuto la patente scaduta quest'anno, ha sostenuto un esame normale, con la sola visita medica dell'ufficiale sanitario dell'Asl.
Lo scorso anno, invece, gli ottantenni che hanno avuto la patente scaduta, hanno dovuto sottoporsi ad una serie infinita di accertamenti burocratici accompagnati da versamenti e oneri relativi, visite specialistiche e per giunta, un esame davanti alla commissione.
Per essere precisi si parla di: relazione clinica del medico curante, valutazione neurologica con annessi test dell'attenzione sostenuta selettiva e divisa con lo specificare punteggio in secondi e punteggio equivalente; e ancora visita oculistica con valutazione visus, grado lenti, visione crepuscolare, sensibilità al contrasto, sensibilità all'abbagliamento e altro ancora.
Il tutto sottoposto alla valutazione collegiale della commissione, con prestazioni ed oneri a carico dell'utente, e si badi bene, in assenza di patologie conclamate e debilitanti.
Quest'anno nonostante l'introduzione della semplificazione, questi ultraottantenni che devono rinnovare la patente dopo solo uno o due anni dal rinnovo precedente, sono obbligati a ripresentarsi in Commissione, ripetere nuovamente tutti gli accertamenti e produrre la medesima documentazione, come accaduto l'anno/ gli anni scorso/i.
Allora mi domando, perché gli ultraottantenni che hanno avuto scaduta la patente quest'anno, hanno la semplificazione, mentre gli altri a cui è stata rinnovata lo scorso anno per uno o due anni, alla scadenza si ritrovano oggi a dover ripetere tutto?
Forse che gli ultraottantenni degli anni scorsi sono (scusate il termine) «handicappati» rispetto agli ultraottantenni a cui scade la patente quest'anno? Speriamo che in merito a questa palese anomalia, l'Ente competente ci dia una risposta esauriente, rimuovendo questa difformità di trattamento.
Giacomo Ruggeri
Mairano

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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