Passeggiata in campagna tra i cacciatori

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Domenica mattina, ore 9.00, esco con il mio bambino di due anni per una passeggiata in bicicletta e scelgo la ciclabile che da Gussago porta a Rodengo. D'un tratto compaiono tutt'intorno a me uomini armati in mimetica, si odono spari in continuazione; sorbole, c'è stata l'invasione durante la notte? Li osservo avanzare in ordine sparso e penso: senza l'appoggio dell'aviazione e dell'artiglieria pesante questi valorosi non hanno speranze. Perché non si alzano i caccia? E i mezzi blindati dove sono? Mi premuro di controllare su internet i dettagli di questa guerra inattesa, quantomeno per sapere chi sia il nemico: forse Al Qaeda? I Russi? Gli Americani? I siti dei principali giornali tacciono e parlano di debito, escort e calcio: non vorrei che anche gli organi di informazione fossero già in mano agli invasori. Controllo anche il sito del vostro giornale: niente di niente, non si parla nemmeno di esercitazioni in previsione di un nostro «Independence Day». Ad un certo punto sfreccia di fianco a me un cane di razza Setter e mi coglie l'atroce dubbio: che siano cacciatori? Per Diana, è proprio il caso di dirlo, pensavo che la caricatura dell'apertura della caccia nel film di Fantozzi fosse un'esagerazione ed invece rappresenta quasi fedelmente la realtà, come testimonia il mio giro in una zona che pensavo tranquilla e che invece assomiglia a Falluja. Poi però l'emozione lascia il passo alla razionalità: devo ricordarmi che in questa provincia i cacciatori sono una categoria protetta (sic!), immune da colpe, vezzeggiata e difesa da tutte le forze politiche (si saranno mai chiesti il perché?): dicono che col fucile in mano si possa apprezzare meglio la bellezza della natura. E allora una categoria così benemerita, per definizione, non può sbagliare. Spari a meno di dieci metri di distanza dai muri dell'Abbazia? Dovevano costruirla un po' più distante. Bambini spaventati dagli spari? Mettetegli delle belle cuffie e se proprio teneteli a casa. Macchine presenti a dozzine su una pista ciclabile come fosse la tangenziale il lunedì mattina? I cani devono fare già tanta fatica a stanare i fagiani appena usciti dalle gabbie, sarebbe opportuno non sfiancarli troppo parcheggiando lontano dal terreno di caccia. E allora, con queste certezze me ne torno a case più contento; cercherò di spiegare a mio figlio che abbiamo assistito ad una splendida esibizione culturale, così come certi politici in cerca affannosa di voti continuano a dire; non vedo l'ora di assistere anche alla «Biennale dell'Archetto» ed alla «Festa al cervo fuori stagione». La prossima volta però, per non correre rischi, eviterò di passeggiare in campagna con lui. No, cari ambientalisti per di più estremisti, non per la paura di una fucilata, non per il traffico, non per il rumore; semplicemente mi sentirei fuori posto perché senza fucile non sarei in grado di apprezzare la bellezza e la poesia della campagna in una mattina di inizio autunno.

Davide Lombardi
Gussago

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