Pannelli o nucleare. A mio parere non c’è partita

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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A integrazione del vostro articolo del 3 luglio 2025 intitolato «Caldo: l’energia elettrica consumata a Brescia vale 500mila pannelli solari». Vorrei precisare che, i 500.000 pannelli necessari per produrre i 200 MW che sono serviti alla città di Brescia durante questo caldo afoso produrrebbero quella potenza solo in condizioni ottimali di insolazione, temperatura e orientamento del pannello, ovvero, probabilmente, verso le 13 (mezzogiorno solare). Già alle 16, in mancanza di un sistema di inseguimento, la produzione comincerebbe a calare, per azzerarsi sostanzialmente poco dopo il tramonto del sole. Facendo le proporzioni con i parchi esistenti, un parco di questa potenza occuperebbe almeno 260 ettari, un quadrato di oltre 1.600 metri di lato. Aggiungo per completezza, che un reattore nucleare di tipo Smr analogo a quello che sta progettando l’azienda italiana Newcleo, la cui commercializzazione comincerà entro il 2032 avrebbe esattamente quella potenza di targa, con il vantaggio che la produrrebbe per almeno 8.000 ore l’anno (su 8.760), con qualunque condizione meteorologica, senza nessun tipo di emissione, con una impronta a terra di qualche centinaio di metri quadrati, per una durata di almeno 60 anni e producendo qualche metro cubo di rifiuti.

Andrea Occhi
Brescia

Caro Andrea, la competenza ci affascina e siamo convinti che fare da anello di congiunzione tra esperti e lettori sia una delle funzioni più nobili dell’intero giornale, non soltanto di questa pagina. L’argomento che lei affronta ha i bordi frastagliati della complessità ed è difficile per i semplici cittadini farsi un’opinione e scegliere. Nel merito, ci verrebbe da chiederle: sì, soltanto «qualche metro cubo di rifiuti», ma quanto occorrerebbe per smaltirlo, trattandosi di nucleare? In ogni caso non vogliamo diventi argomento fideistico, consapevoli che produrre energia a basso costo e minimo impatto inquinante è la sfida che attende noi e le generazioni che verranno. Ecco perché è auspicabile un approccio razionale, laico. Ogni contributo è ben accetto. (g. bar.)

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