Ospedale di Iseo i perché sui «tagli» dei reparti
Leggo a pag. 25 del quotidiano del 5 dicembre l’articolo sull’assemblea organizzata dai sindacati sul nuovo piano organizzativo che ridimensiona il presidio ospedaliero d’Iseo. Questo purtroppo è un processo in atto da alcuni anni che ha visto nel tempo una serie di continui piccoli tagli che ora hanno assunto un’accelerazione. Giusto chiedere il rispetto del D.M. n.70/2015, ma questo va applicato nella sua interezza. Il presidio d’Iseo è inquadrato nel decreto come presidio di base e le diverse specialità previste nella norma devono essere presenti nella loro complessità ed in continuità. In altri termini non è possibile proporre attività su 5 giorni alla settimana come per la Chirurgia Generale e l’Ortopedia e tanto meno il declassamento dei livelli di responsabilità gestionale come per la Chirurgia e per l’Ostetricia come già avvenuto per il Servizio di Radiologia. Tutte queste specialità devono essere garantite nella pienezza dello loro funzioni e non ridimensionate e demansionate. Questo è un modo di prendere in giro i cittadini facendo credere che quelle attività sono ancora presenti, ma di fatto è già stata ridotta la loro potenziale attività. La Regione ci aveva promesso che non avrebbe chiuso nessun ospedale ma di fatto la Direzione Generale di Chiari sta proseguendo nella politica del progressivo smantellamento della Sanità Pubblica nell’ovest bresciano. Ricordiamo che solo 20 anni fa c’erano gli ospedali di Orzinuovi, Palazzolo s/O. e Rovato con Iseo e Chiari al pieno del loro ruolo. Di quell’apparato ospedaliero ora resta solo Chiari, anch’esso con segnali di contenimento (vedi ORL ed Oculistica, con Iseo, come abbiamo già detto, ridimensionato. Vediamo ora la Giunta cosa deciderà e se avrà il coraggio di correggere la proposta aziendale.
// Cav. dott. Francesco FalsettiPresidente UMI
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