Oltre la Tav sistemare anche i treni regionali

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Tav a Brescia e in Italia: l’opera è necessaria e non si deve fermare. Deve andare avanti sul percorso Brescia-Verona, come in Italia, così come in Europa. Contestualmente deve procedere la riqualificazione dei treni regionali ed interregionali. I trasporti (persone e merci) devono essere dirottati sempre più su ferrovia e su rotaia, a livello internazionale come nazionale. E poi si tratta di stanziare gli investimenti che servono davvero al Paese, attuando in Italia ciò che si realizza nei Paesi economicamente più avanzati d’Europa. Ciò precisato, a mio avviso, tre sono le criticità con cui cimentarsi. Una è nota: si tratta di ridurre l’impatto Tav sul territorio (tracciato, servizi complementari, interferenze sulle coltivazioni, opere verdi, durata cantieri, ecc.); sapendo però che un treno non vola (anche per questo inquina meno) e di conseguenza «viaggia sotto le nuvole». La seconda criticità è rappresentata dall’involontaria comicità che scaturisce (anche dal Consiglio comunale di Brescia di lunedì 17 novembre) dal dibattito sulla fermata dei treni veloci a Brescia oppure in alternativa a Montichiari. È davvero un derby surreale; perché non ipotizzare fermate dell’Alta Velocità anche a Ospitaletto o a Ponte San Marco? Anche queste stazioni sono sulla direttrice Milano - Venezia! Peccato che qualsiasi progetto di Alta Velocità presuppone fermate ogni 150-200 km, altrimenti non è Tav e una fermata a Montichiari farebbe ridere tutta l’Europa (con il rispetto per i cittadini dell’importante Comune bresciano). Infine il terzo problema, davvero prioritario, è attuare contestualmente al progetto Tav un serio intervento su treni, stazioni (città capoluogo, Desenzano, Rovato, Chiari, i presìdi sulla Brescia-Cremona, sulla Bs-Bergamo, sulla Bs-Parma, sulla Bs-Iseo-Edolo, ecc.) e le tratte e le linee regionali ed interregionali per ammodernare e per riqualificare le ferrovie utilizzate da migliaia e migliaia di lavoratori, studenti, viaggiatori (milioni in Italia) che vegetano in uno stato di degrado, sporcizia, ritardi e inefficienze senza fine. In questo contesto si dovrebbe ripensare anche ad una armonizzazione di costi, abbonamenti e tariffe tra treni regionali e treni Tav per favorire il pendolarismo studio-lavoro e gli spostamenti per turismo. Peccato che molti amministratori e consiglieri comunali di città e provincia, anziché pensare ai problemi reali di chi viaggia e si sposta in treno, pensino solo alla Tav come ideologia oppure alle future dislocazioni di stazioni fantasma. Adriano Papa SPI Cgil Brescia

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