Nuovo parco commerciale a Leno
Approfitto dello spazio che gentilmente concede ai Suoi lettori per mettere a conoscenza della collettività che con D.G.R. numero 8/9835 del 15/07/ 2009 si è dato via alla "promozione di un accordo di programma finalizzato all'apertura di un Centro Polifunzionale commerciale-terziario-parco a tema nel comune di Leno (Bs), località Cascina Aquila". Partecipando al forum pubblico del 16/10/ 2009 ho potuto capire che si tratterà della realizzazione su una superficie di 34 ettari (!) di un centro commerciale, comprensivo di un'area artigianale (credo di capire che si intenda l'edificazione di capannoni artigianali, spero soltanto esteticamente accettabili) ed un'area alberghiero-ristorativa (costruzione di hotel).
Premetto che verso l'attuale sindaco di Leno, il Dott. Bisinella, nutro una profonda e genuina stima, appoggiando in maniera incondizionata ogni sua iniziativa, tuttavia questa volta mi permetto di dissentire su questa scelta. La creazione di un altro centro commerciale (che praticamente è quello che sarà il "Centro Polifunzionale commerciale-terziario-parco a tema") nel territorio della Bassa bresciana appare senz'altro fallimentare. Le esperienze dei due parchi commerciali di Verolanuova dicono molto; poche presenze, pochi negozi, poco ritorno economico dell'investimento e notevole impatto ambientale. Oltre a questo, bisogna considerare la situazione areale della Bassa bresciana, andando da Lonato ad Orzinuovi; vi sono ben cinque grandi centri commerciali (1 a Lonato, 2 a Verolanuona, 2 ad Orzinuovi) ed almeno 2 centri commerciali di medie dimensioni (Manerbio e Ghedi) ben integrati nell'urbanistica comunale, oltre che uno stuolo di supermercati presenti ormai in quasi tutti i Comuni della Bassa.
Considerando l'altissima densità di esercizi commerciali della grande distribuzione (335 metri quadrati ogni mille abitanti, dato in linea con le realtà delle zone altamente popolate del Nord Europa), ci si domanda l'effettiva utilità di un altro centro commerciale in un'area già satura. Inoltre, la costruzione di altre zone artigianali, cozza con la triste realtà, ovvero la sempre più alta percentuale di capannoni vuoti e sfitti (basta farsi un giro sulla superstrada "Lenese" per farsene un'idea. In tanti controbatteranno che per uscire dalla crisi c'è bisogno di investimenti... ma non è proprio la rincorsa alla speculazione edilizia che ci ha portati alla attuale crisi? Non è ora di indirizzarsi su altre tipologie di sviluppo economi- co?
Oltre a ciò, c'è la preoccupazione più grande di tutte: la qualità della vita e l'ambiente. Per quanto riguarda la qualità della nostra vita, come diventerà con un centro commerciale nel territorio lenese? Inevitabilmente con più traffico (nonostante le opere di viabilità che sicuramente l'Amministrazione comunale implementerà), più rumore, più stress, più inquinamento, aumento della percentuale degli incidenti... è questo che si vuole per i propri figli e per se stessi? Qualcuno controbatterà con l'aumento dell'occupazione, ma sinceramente, non mi pare che Leno sia un paese localizzato in un'area occupazionale depressa. E per quanto riguarda l'ambiente? Distruggere un area verde-agricola del genere cosa potrà comportare al nostro ambiente lenese e alla nostra vita? Si parla sempre di rispetto dell'ambiente, di buona gestione del territorio, di avere un agricoltura integrata nel ambiente... ma se si procede ad una cementificazione del genere cosa potremo ottenere? Vorrei ricordare a tutti che Leno su trova in un'area classificata a rischio alluvionale... e solo una gestione del territorio attenta e rispettosa degli ecosistemi consolidati nel tempo dalla buona pratica agricola può evitare tale spaventosa eventualità.
Con un centro commerciale del genere saremo ancora il quindicesimo paese in Italia in cui si vive meglio? Io credo di no... e vorrei che i miei concittadini esprimessero la loro opinione con un referendum, vista l'importanza della questione sulla vita di noi lenesi.
Lettera firmata
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