Non sprechiamo la magia del Natale

No ad anticipazioni.
AA

Mando questa lettera quale risposta e appoggio morale alla signora Laura Attolini che, sulla rubrica delle lettere di martedì 20 ottobre, si lamentava dell'anticipo esagerato dell'esposizione degli addobbi natalizi. Ribadendo quanto peraltro già detto dalla signora, mi rendo conto che vi siano ben altri problemi che assillano il mondo, ma, proprio per questo, quel poco di fiabesco che è rimasto nel Natale, teniamocelo stretto, sperando, come faccio io tutti gli anni, in una bella nevicata in città la sera della vigilia, con la gente che, per strada, si saluta, si fa gli auguri anche se non si conosce.

Perché solo in America vedi gente che si ferma per strada e, incurante dell'eventuale stonatura, si mette a cantare in coro? Perché non lo facciamo pure noi? Da sempre in casa mia si è festeggiato il Natale con presepe, albero e decorazioni. Io forse sarò esagerato o ammalato di Natalità cronica ma, a dicembre, sostituisco le suonerie del cellulare con musiche natalizie, metto cravatte con babbo Natale o con gli alberelli di Natale e in macchina i cd in questo periodo sono una compilation mondiale di canti natalizi.

La sera mi commuovo guardando film in tema e tutti gli anni piango guardando "La vita è meravigliosa" di F. Capra; è vero, so di essere malato ma mi va bene così, ritorno un po' bambino ed il Peter Pan che è in me prende il sopravvento. Io sono l'addetto agli addobbi e ne provo un piacere immenso. Inizio a metà novembre a raccogliere tutto ciò che mi serve (rami, pigne, cannella, anice etc.) per poter essere pronto categoricamente la prima domenica di avvento, quando, con la casa completamente addobbata, accendiamo la prima delle quattro candele del centro tavola e le luci sopra il caminetto.

L'albero, vero, lo porto in casa verso il 10 dicembre (anche perché altrimenti si seccherebbe) e assieme a mia moglie e mio figlio, che ormai ha 22 anni ed il mio stesso amore per il Natale, lo addobbiamo, iniziamo a mettere sotto i pacchetti dei regali e prepariamo il presepe. Alle finestre metto delle ghirlande di rami di pino che faccio personalmente e tutte le sere accendo le luci che le ornano.

Oltre vent'anni fa, avendoli visti in Francia, sono stato il primo a Brescia ad appendere alla finestra un babbo Natale a grandezza naturale che poi la mattina di Santo Stefano veniva sostituito dalla Befana. Adesso si sprecano collane di pupazzi appesi nei modi più strani, che di natalizio hanno ben poco.

Tutto ciò mi costa tempo, fatica e anche denaro, ma gioisco quando vedo i bambini che, passando sotto la mie finestre, si fermano a guardare il babbo appeso alla fune che si arrampica verso il comignolo. Ma tutto questo non parte assolutamente prima di dicembre.

È deprimente vedere insegne di buone feste e addobbi che non vengono mai tolti durante l'anno e che ad ottobre iniziano già a lampeggiare. Ieri, in autogrill, ho visto i cesti pieni di babbi e alberi parlanti (pietosi) e purtroppo penso che anche quest' anno il tutto si risolverà in una corsa a chi accende od espone per primo l'addobbo più pacchiano.

Da tempo ho eliminato tutte la varianti dorate, argentate, fluo, etc. Torniamo al naturale, facciamoci un giro in Maddalena, raccogliamo un bel ramo di conifere (questo è il periodo che i giardinieri potano le siepi, ne trovate a iosa), raccogliamo qualche pigna, mettiamo due stecche di cannella, due candele e qualche stella di anice e facciamoci il nostro personale centrotavola.

Non credo che occorra un'ordinanza che regola le date di accensione delle luminarie, basterebbe un po' di buonsenso e un maggior spirito del Natale e ci arriveremmo tutti da soli. E se proprio vogliamo anticipare qualcosa, fate come me: anticipate gli acquisti dei regali, anche di alcuni mesi e metteteli da parte con un bigliettino promemoria con il nome del destinatario: risparmierete soldi e sceglierete il regalo giusto senza la fretta e l'ansia dell'ultim'ora.

Adriano Gatta

Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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