Non sempre è colpa del postino
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Sono un ex portalettere trimestrale di Poste Italiane da poco assunto da un corriere in appalto per la consegna dei quotidiani e delle riviste al sabato. La mia assunzione è avvenuta su segnalazione della direzione postale bresciana, la quale ha indicato al corriere i nominativi degli ex trimestrali che si sono distinti per meriti di servizio e hanno reso meno posta ai mittenti.
Tutto ciò è stato per me motivo di grande soddisfazione dato che amavo questa professione e, nonostante sapessi che l'esperienza in Poste Italiane si sarebbe conclusa dopo 3 mesi (il nuovo regolamento non prevede rinnovi contrattuali a causa della nota ondata di ricorsi per le assunzioni a tempo indeterminato che ha interessato l'azienda negli ultimi anni), ho sempre cercato di dare agli utenti un buon servizio. Dopo le prime due settimane di «rodaggio» non mi spaventavano più le lettere senza numero civico o con gli indirizzi sbagliati, anzi, appena ne trovavo qualcuna mi informavo sul destinatario e, salvo casi estremi, portavo tutta la posta del giorno senza creare giacenza.
Eppure, nonostante la mia buona volontà, sono stato anch'io interessato da lamentele da parte di alcuni utenti, i quali affermavano che non gli arrivava la posta alimentando il mito del postino inefficiente. Innanzitutto bisogna partire dalla normativa sul recapito, la quale afferma che sulle buste devono essere riportati correttamente cognome, nome e indirizzo del destinatario, mentre le cassette appartenenti ad un determinato numero civico devono collocarsi all'esterno tutte nello stesso punto e ai limiti della proprietà. Inoltre esse devono riportare nomi e cognomi di tutti i residenti. Nel caso vi siano mancanze o irregolarità il recapito va comunque tentato, ma se ciò comporta perdite di tempo che possono ritardare eccessivamente l'attività postale le lettere vanno rese al mittente. Detto ciò non voglio giudicare l'operato di nessun collega: è ampiamente risaputo che vi sono postini efficienti che fanno molto di più del dovuto, altri che svolgono il loro lavoro senza lode e senza infamia e altri ancora che trascurano addirittura l'indispensabile. Però vorrei invitare ogni utente che afferma di non ricevere la posta e che magari si lamenta sempre con l'ufficio postale a chiedersi se mette i postini nella condizione di consegnargliela. Io capisco che non tutti conoscono il citato regolamento, ma nella mia breve esperienza ho visto situazioni piuttosto imbarazzanti presso le abitazioni da me servite: numeri civici mancanti o inesatti, cassette inesistenti o collocate in luoghi nascosti e inimmaginabili (magari giustificate dagli utenti con «Altrimenti mi rubano la posta») senza alcun nominativo, bollette indirizzate a persone morte da anni, feroci cani da guardia slegati e chi più ne ha più ne metta. A questo punto vi immaginate il povero portalettere che deve girare ore e ore per cercare persone che non collaborano minimamente al regolare svolgimento del recapito? Oltretutto costoro danneggiano anche coloro che invece sono regolari e anche gli abbonati ai quotidiani che magari se li vedono recapitare alle quattro del pomeriggio per l'eccessiva durata delle fermate precedenti.
E cosa succede quando ti trovi davanti alla totale assenza di riferimenti? O provi a lasciare giù la posta nella speranza che l'utente ci sia, oppure la rimandi al mittente. E naturalmente nel primo caso spesso ti ritrovi il giorno dopo l'utente arrabbiato che ti dice che la posta non è sua, mentre nel secondo si lamenta perché da tempo non riceve nulla. A quel punto lo inviti gentilmente a mettere un riferimento (anche una semplice strisciolina di carta con riportato il cognome) che naturalmente non arriva mai. Per te ovviamente non ci sono più problemi perché oramai sai chi abita lì, ma sicuramente la stessa situazione si ripeterà con il successivo portalettere che si ritroverà nuovamente spaesato.
Vi cito a titolo esemplificativo due casi estremi in cui mi sono trovato ma che non sono poi così infrequenti. Dovevo consegnare un giornale ad un certo Pinco Pallino in una zona di campagna. Cerco l'indirizzo riportato e mi accorgo che è inesistente. Allora chiedo a un signore che gentilmente mi risponde: «Qua i numeri civici non esistono, vedrai che il tizio è nelle case là in fondo, chiedi lì che lo conoscono di sicuro». Insomma, gira di qua e di là, passa un quarto d'ora, passa mezz'ora... A un certo punto, quasi scoraggiato, chiedo informazioni ad un ultimo passante, il quale mi risponde meravigliato in bellissimo dialetto bresciano: «Pota ma Pinco Palliino l'è mort amò des ain fa, la casa la ghè piò, però ghè amò i fiòi che i sta che a dù chilometri» (sembrava quasi una barzelletta). Lo ringrazio e vado finalmente all'indirizzo indicato, dove mi ritrovo il figlio che si lamenta che si lamenta furiosamente per l'orario. Gli spiego la situazione e lui mi risponde che nonostante tutto il giornale è sempre arrivato anche con l'indirizzo sbagliato. A questo punto, alterato, gli dico che il postino non è un veggente e che è compito suo comunicare al giornale il nuovo indirizzo. Niente, ottusità totale!
Per non parlare di quella volta in cui un simpatico cane di grossa taglia libero mi ha addentato la gamba. Nonostante i ripetuti avvertimenti ho sempre portato la posta al padrone fino al misfatto (avvenuto proprio davanti ai suoi occhi). Lo stesso ufficio postale ha mandato più avvertimenti all'utente (la posta non sarebbe più arrivata fino alla messa in sicurezza del cane), il quale ha continuato comunque a mantenere il suo cane libero come l'aria. Dopo due settimane costui ha avuto il coraggio di lamentarsi e di dire che non svolgevo il mio dovere. Stendiamo un velo pietoso!
Questi racconti, che potrebbero apparire grotteschi, dovrebbero indurre a pensare che i problemi del recapito non sono sempre dovuti al postino «negligente» con poca voglia di lavorare come spesso vuole far credere la pubblica opinione, orientata quasi unicamente verso le ragioni degli utenti. Spesso le mancanze vengono proprio dagli utenti stessi, in particolar modo proprio da coloro che si lamentano. Non sarebbe il caso di pensare che se tutti gli utenti collaborassero con dei piccoli e semplici accorgimenti forse il servizio postale verrebbe svolto in maniera più veloce, lineare ed efficiente? Evidentemente la collaborazione fa parte del Dna di pochi ed è sempre comodo scaricare le proprie colpe su altri quando invece sarebbe il caso farsi un piccolo esame di coscienza prima di dare sfogo alle lamentele.
Andrea Stucchi
Brescia
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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