Non è facile arginare quei cinghiali

AA

La vicenda dei cinghiali in Alto Garda non accenna a finire e anch'io intendo contribuire ad allungarla un poco, dato l'estremo interesse che il tema è andato via via assumendo dentro e fuori dal perimetro dei nove Comuni di quella magnifica zona.
Lo spunto più recente per intervenire mi viene offerto dalle considerazioni del signor Vincenzo Zambelli (lettera del 2 dicembre) in merito alla crisi politica che ha portato alla caduta della giunta Righettini e alla nascita del nuovo direttivo guidato da Pace. Non intendo certo entrare nel merito delle dinamiche e dei conflitti di ordine politico che hanno portato al cambio della guardia al vertice della Comunità montana, anche perché non conosco a fondo le cause che hanno indotto alcuni Comuni a sfiduciare l'esecutivo già in carica.
Ciò che tuttavia appare inverosimile è che la colpa principale addebitata alla Giunta Righettini sia quella di non aver gestito in maniera adeguata la questione «cinghiali». Credo che anche la popolazione del suide sia rimasta a dir poco sorpresa da questo singolare atto d'accusa, tanto fantasioso quanto creativo.

Nel frattempo - notizia di alcuni giorni fa - un cinghiale adulto piuttosto incavolato ha fatto venire i brividi ad un operatore scolastico dell'Istituto Battisti di Salò. A dimostrazione che i cinghiali seguono poco le beghe politiche e molto i propri istinti, che da parenti stretti del maiale, sono, come è noto, bassi per antonomasia. A scanso di fraintendimenti, affrontare il problema dei cinghiali in Alto Garda è un'esigenza seria, e lo dico quindi molto seriamente.
Quello che a me sembra tuttavia una semplificazione ingiustificata è la pretesa di attribuire pregiudizialmente meriti o demeriti a seconda che ad invocare gli uni o a dolersi degli altri possa essere un amico o debba essere un avversario. La regola per cui Platone ci dovrebbe essere caro, ma assai più cara ci dovrebbe essere la verità, vale sempre, anche in questa circoscritta, modesta diatriba.

E così non ho affatto condiviso il rilievo critico, per altro tanto categorico quanto immotivato, che il signor Zambelli rivolge all'Assessorato provinciale competente «guarda caso - cito testualmente - guidato sino a ieri da un esponente di centrodestra (ex assessore alla Caccia Sala)». La voglia di fare i giudici monocratici gioca a volte brutti scherzi. Per esperienza diretta, per conoscenza di atti, fatti e persone, posso assicurare che quell'Assessorato e quell'assessore di molte manchevolezze potranno essere considerati responsabili, certamente non di «inerzia» sulla questione cinghiali in Alto Garda.
Vero è che a complicare maledettamente le cose contribuisce una normativa complessa, perché complesso e disorganico è l'intreccio delle competenze e dei connessi poteri gestionali che toccano una pluralità di enti pubblici variamente dislocati sul territorio. E ciò è vero indipendentemente da chi ne guida temporaneamente le azioni, come ben sanno coloro che hanno fatto o stanno facendo esperienza sul campo.
Mario Gabusi
Pertica Alta

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato