Non dimenticare Cefalonia e i suoi martiri

Lettere al direttore
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«Ricordatevi di Cefalonia», così scriveva il 10 maggio 1995 Vincenzo Avarone, sottocapo della Marina militare italiana. Presente alla battaglia svoltasi nel settembre 1943 sull’isola di Cefalonia (Grecia), Avarone fu uno dei pochi superstiti scampati all’uccisione. I tedeschi assassinarono 10.600 militari della Divisione Acqui. «Cefalonia» non deve essere dimenticata, cancellata dalle nostre menti.
Massimo VitaleBrescia
Caro Massimo, non dimentichiamo Cefalonia, né i (pochi) sopravvissuti come Avarone, né le migliaia di soldati e ufficiali italiani uccisi in combattimenti o per rappresaglia, né i moltissimi connazionali deportati nei campi di concentramento tedeschi e mai tornati. Li abbiamo ben in mente non soltanto per quel sentimento di pietà che distingue coloro che hanno nel petto un cuore, bensì per la riconoscenza che dobbiamo loro, in quanto cittadini italiani. Fu infatti grazie a loro e alle centinaia di migliaia di uomini e donne che resistettero ai nazisti che il nostro Paese poté sedersi al tavolo della pace rivendicando e ottenendo il diritto di darsi una Costituzione da sé e di rifondare lo Stato con la dignità di chi è libero. (g.bar.)
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