Naja a Malles, nella caserma Wackernell

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Innanzi tutto complimenti e grazie per la pagina del 23 febbraio «Malles, addio alla caserma dei "lupi"». Anch'io sono tra quelli che la naja («nappina rossa» più per forza che per amore) ho dovuto farmela al B.tg Tirano di Malles e per esattezza dal luglio 1978 al giugno 1979 (Caserma S. Wackernell - Compagnia Comando e Servizi - Caporal Maggiore / autista - istruttore autocarri Acm). Ci vorrebbero pagine, pagine e pagine per raccontare ma sintetizzando è stata un'esperienza di vita. Ho imparato ad «arrangiarmi» (attaccare un bottone, cucire uno strappo, lavare i panni, automedicarmi ecc.) ma soprattutto ho imparato a sopportare, soffrire in silenzio, a conoscere gli altri e tollerarli magari oltre il limite ragionevole. Ho pianto alcune volte come un vitello per la morosa e la mamma lontane lontane... al punto di pensare che la naja non finisse più e sarei morto lì, ai piedi di Passo Resia (scherzo!). Ho patito un sacco di freddo e non poca fame, la prepotenza del nonnismo ma sono «sopravvissuto» portando a casa una significativa esperienza di vita. Ho imparato a «misurare» meglio le persone e le cose importanti della nostra quotidianità. Anche se me lo sono più volte ripromesso non sono mai tornato a Malles. Forse è meglio così; indipendentemente da cosa ci faranno al posto della Wackernell voglio ricordarmi quel luogo come io l'ho vissuto; voglio pensare che quel grande artiglio su fondo rosso del Tirano sia ancora là sulla facciata della palazzina truppa a testimoniare che gli alpini di Malles ci saranno sempre e non arrivano «mai tardi». Un caro saluto a tutti i ragazzi che hanno vissuto con me quell'avventura di 30 anni fa augurando loro ogni bene.

Giulio Barbetta
Castenedolo

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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