Mostra di Chagall, le penalizzazioni dei biglietti on line
Vi scrivo un po’ rammaricata a proposito della visita alla mostra «Marc Chagall - Anni Russi 1907-1924» presso il museo Santa Giulia (domenica 31 gennaio 2016). Nulla da dire sulla mostra in quanto tale, che ho trovato molto interessante e ben supportata da audioguide molto ben fatte e complete. La mia lettera vuole avere come oggetto l’organizzazione della mostra stessa, se di organizzazione si può parlare. Venerdì pomeriggio (29 gennaio 2016) decido di acquistare i biglietti on line, per ottimizzare i tempi, come faccio sempre quando decido di visitare una mostra. Accedo al sito per l’acquisto e apprendo che non è possibile selezionare una fascia oraria di ingresso, ma solo la data preferita. Acquisto comunque i biglietti (5) e scopro che questi non mi verranno inviati a mezzo mail, come normalmente avviene, ma che mi arriverà solo una sorta di prenotazione che dovrò convertire in biglietti presso la biglietteria del museo il giorno stesso della visita, nonostante abbia già effettuato il pagamento. Sono un po’ perplessa, ma confido nel fatto che, come avviene in gran parte dei musei, ci saranno file separate per chi ha già acquistato i biglietti e per chi li deve fare in loco. Domenica mi reco quindi al Museo per la visita alla mostra e con non poco stupore scopro che la fila per la conversione dei biglietti già acquistati e quella per fare i biglietti in loco è la medesima ed è abbastanza lunga. Non solo. Scopro anche che siccome c’è una forte affluenza le audioguide non sono disponibili (se non attendendo un non meglio precisato tempo) e che dovremo attendere sempre un non meglio precisato tempo per l’ingresso, poiché ci sono altri gruppi organizzati che devono entrare. Attendiamo circa una mezzora per riuscire ad avere 3 audioguide in 6 persone (nonostante l’audioguida sia compresa nel biglietto già pagato) e un’altrettanta ventina di minuti per accedere alla mostra. Entriamo e ci troviamo nel limbo di due gruppi organizzati, composti da 30 persone ciascuno, e comprendenti guide che, ovviamente essendo il loro lavoro, raccontano a voce piuttosto alta il percorso pittorico. Risultato siamo pigiati in queste quattro stanze di mostra come sardine e riusciamo a malapena ad ascoltare la nostra audioguida, ma soprattutto a vedere i quadri esposti. Ora, mi sembrano evidenti le mancanze organizzative relative a questo evento, ma in particolare vorrei sottolineare la scorrettezza della vendita on-line con tanto di «diritti di prevendita» che non consente di ricevere i relativi vantaggi che la stessa dovrebbe dare. Infatti, alla mia comitiva composta da 5 persone che hanno pagato il biglietto 11,44 avendolo acquistato on-line, si è aggiunta un’altra persona che ha acquistato il biglietto in loco, facendo la nostra medesima coda, di 20 minuti, ma pagando il biglietto 10 . Ora io mi rendo conto che la differenza economica tra le due tipologie di biglietti è talmente lieve da non meritare attenzione, ovviamente. Merita, però, attenzione il fatto che l’acquisto on-line con relativi diritti di prevendita sia possibile senza che siano precisati i disagi che questo comporta. La mancanza di prenotazione con fascia oraria comporta i forti problemi nei quali noi, e sicuramente altri visitatori, siamo incorsi: molta coda all’ingresso per la conversione dei biglietti; molta attesa e incertezza per avere le audioguide; molta attesa per l’ingresso alla mostra; troppa, davvero troppa, gente presente contemporaneamente alla mostra. Mi lascia piuttosto perplessa che nel 2016 ci siano problemi organizzativi di questo tipo in un museo che ritengo piuttosto importante non solo per la città, ma anche per il territorio nazionale. Certa di trovare miglioramenti nel prossimo allestimento.
// Francesca TreccaniRiproduzione riservata © Giornale di Brescia
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