Morti sul lavoro, fanno riflettere le statistiche sulle vittime straniere

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Ancora un doloroso e grave incidente sul lavoro. A Iseo un operaio alla guida di un carrello elevatore è stato schiacciato da una trave. Anche lui residente nella nostra provincia ma extracomunitario, come il lavoratore morto a Bressanone mentre stava lavorando nel maxicantiere di una circonvallazione. Vorrei ricordare a certi ministri, a certi eletti e a certi elettori che non conoscono o non vogliono conoscere, che il tributo di sangue che questi stranieri pagano è più del doppio del tragico tributo che pagano i nostri concittadini. Ecco una dolorosa percentuale che non ha bisogno di commenti: gli stranieri morti sul lavoro sono 66,5 su un milione, gli italiani che sul lavoro hanno perso la vita sul lavoro sono 31,5 ogni milione. // Silvio Emilio Cavalli Specialista in Medicina del Lavoro ed Igiene Generale - Gardone Riviera

Gentile lettore, qualcuno di sicuro imputerà a fatali «disattenzioni» o alla mancanza di preparazione questi incidenti che coinvolgono lavoratori stranieri. Credo invece, alla luce delle migliaia di lavoratori stranieri presenti in nostri cantieri o aziende, che la statistica avversa citata dipenda dal fatto che siano soprattutto gli stranieri ad occupare posti esposti più di altri al rischio di incidenti. Non per una qualche folle «strategia» messa in atto dai datori di lavoro, quanto perché non sono molti gli italiani disposti ad occuparli, quei posti. In tutti i casi, la tragedia delle morti sul lavoro, ancora così grave nel nostro Paese nonostante le misure via via adottate, non è questione di passaporto. Serve con ancora maggior determinazione operare per la messa in sicurezza dei posti di lavoro, serve far crescere la consapevolezza del rischio, serve vigilare per orari di lavoro sostenibili... Per tutti, indipendentemente dal luogo d’origine, dal colore della pelle e dalla lingua che si parla. (g.c.)

 

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