Mio figlio escluso da un’assistenza a misura d’autismo

Lunedì 30 giugno mio figlio avrebbe dovuto iniziare il centro estivo comunale, ma per lui lista di attesa, primo degli esclusi precisamente. Le possibilità di scelta per i bambini come lui con una diagnosi di spettro autistico si riducono molto e mi sono sempre rivolta al Cre del Comune di Brescia che garantisce invece 7 ore giornaliere di assistenza, una rarità. Delle 4 settimane richieste, solo 2 accolte, neppure consecutive, fattore che danneggia chi come lui necessita di routine. Per questo avevo scelto questa sede specifica con solo 40 bambini in uno spazio già conosciuto. La soluzione sarà usare per quelle due settimane il congedo parentale che ho conservato in maniera prudente sapendo di non avere nessuno dei nonni ad aiutarci. Si parla spesso di care givers a cui bisognerebbe riconoscere il lavoro che svolgono. Mi pare però al momento non ci siano neppure gli strumenti per tutelare quei care givers che il lavoro retribuito cercano di conservarlo facendo i salti mortali. Sempre esclusi, dai bandi regionali per Isee idoneo ma fondi non sufficienti o come in questo caso perché delibere vecchie più di dieci anni non mettono un tetto massimo alle settimane fruibili di Cre con risultato di escludere qualcuno invece di includere il maggior numero di richieste. Amareggiata, ma combattiva, altrimenti soccombiamo e non posso permettermelo.