Mio figlio disabile e i mille vincoli che ci esasperano

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Chiedo ospitalità al vostro giornale per esporre delle mie perplessità e dare voce ad un mio sfogo personale. Sono una mamma single (perché vedova) di un ragazzino disabile. Quest’anno per la prima volta ho avuto grossi problemi nella gestione di mio figlio nel periodo estivo. Ho pensato quindi di iscriverlo ad un grest. Ovviamente mio figlio necessita di un assistente a persona. Mi è stato consigliato di fare domanda tramite il mio Comune al Progetto Ambito 9 Bassa Bresciana centrale che si occupa di fondi per la non autosufficienza a favore di persone con necessità di sostegno. La domanda prevede due iter: uno per avere delle ore di assistente a persona, l’altro per avere un finanziamento mensile della durata di un anno. Vengo avvertita che i fondi sono limitati e a parità di situazione o disabilità viene guardato il calcolo Isee. Può essere che mi vengano accettate tutte e due le domande, o solo una o nessuna. Faccio presente che il grest inizia subito dopo la fine della scuola cioè il 9 giugno. Non arrivano notizie e quindi iscrivo il figlio a spese mie chiedendo un assistente al gruppo sportivo che gestisce il grest. Passano i giorni, tutto tace, mio figlio si trova bene al grest e vuole continuare, perché negarglielo? Quindi lo iscrivo anche alla seconda e terza settimana spendendo ovviamente una cifra notevole. Finalmente all’alba del 27 agosto arriva una lettera dall’Ambito 9 in cui mi comunicano che sono state respinte tutte e due le mie domande. La prima cosa che mi passa per la testa e che vorrei sapere dal direttore di Ambito 9 è: si sa che i grest iniziano a giugno, è vergognoso far passare tutto questo tempo per una risposta, perché non muoversi prima? Secondo pensiero: la mia domanda è stata rifiutata per Isee un po’ più alto di altri? Ma rientravo comunque nel range richiesto. È forse un modo velato per dirmi che sono più ricca e quindi devo pagare di tasca mia? Se ci sono questi fondi tutti i disabili devono avere la possibilità di usufruirne. Non esistono disabili di seria A e disabili di serie B. Perché non distribuire i fondi un po’ per famiglia? A qualche nucleo famigliare dare l’assistete a persona ad altri dare il contributo in denaro. Non a qualcuno tutto e ad altri niente. Ultima cosa ma non meno importante è che viene data la precedenza anche a chi ha fatto già la domanda negli anni prima. Quest’ultima cosa è veramente un’ingiustizia. Se da quest’anno ne ho bisogno anche io? Perché favorire ancora gli stessi? Si fa un po’ per uno, oggi a me domani a te. Concludo chiedendo scusa per questo mio lungo sfogo ma chi ha un figlio disabile deve spesso lottare per qualsiasi cosa nella vita di tutti i giorni fra vincoli, burocrazia, fondi inesistenti e ostacoli di ogni tipo.

Una mamma stanca

Carissima, nulla abbiamo da aggiungere più di quanto ha commentato lei su vincoli di burocrazia e tempistiche di risposta. Chi è stato chiamato in causa, se lo vorrà, potrà dire la sua. Ciò che invece vorremmo dirle, di persona, è che comprendiamo la «stanchezza» sua e di moltissimi altri genitori di ragazzi e ragazze disabili, la cui vita è una prova continua di resistenza, sobbarcandosi una fatica doppia: quella della situazione oggettiva e quella procurata dalle inefficienze del nostro essere comunità vicina, presente, attenta. Un abbraccio sincero e sappia che, almeno nella nostra stima, non è sola. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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