Migranti, domanda di fondo inevasa: che fare, come e con chi?

AA

Non hai visto i morti portati dal mare. Non hai visto gli occhi spersi dei vivi per caso. Non gli occhi spauriti. Non gli occhi disperati. Le braccia aperte hanno. Le mani che tremano asciugando i vestiti zuppi. Ci sono anche occhi vili. Ci sono occhi furtivi e furbi. Ci sono occhi cattivi. Non c’è bene e non c’è male in sé. Il bene e il male lo fanno le intenzioni. Quelle di chi parte, quelle di chi porta, quelle di chi accoglie, quelle di chi contrasta. Persino quelle di chi salva. Un teatro a cielo aperto... Ognuno ha una parte in commedia. Tranne loro, i morti, cui un ruolo, quello della mera e necessitata scenografia, lo diamo noi... li piangiamo all’arrivo e aspettiamo i prossimi. Ormai il rito si è fatto fotografia. Narrazione non realtà. La verità è nel vuoto a perdere della cattiva coscienza di un mondo occupato a correre dietro al prossimo successo o dal prossimo dolore su cui costruire un successo. Sono 30 anni che la domanda sembra essere «come posso far vedere che me ne occupo» e non «cosa dobbiamo fare, come e con chi». Di nuovo l’eterno apparire. E la chiamano «Emergenza»...

// Un poliziotto Gentile amico, chi ha avuto l’ingrato compito di partecipare al recupero dei corpi di persone che hanno perso la vita su «carrette del mare», ha una presa diretta e una sensibilità sulla questione migratoria che cambiano sguardo e prospettive con cui la si vede. Le «strette» in cantiere possono anche limitare temporaneamente le migrazioni in atto che allarmano così tanto l’opinione pubblica (anche oggi il GdB se ne occupa a pagina 4), ma se non si definisce al più presto un serio, organico e concreto impegno che vada oltre l’aspetto solo «repressivo» o del mostrare «la faccia feroce» nel rispondere alla domanda «che cosa, come e con chi», temo non verrà alleviato il compito di chi è in prima linea nel raccogliere quanto resta delle vite che si giocano sulle «rotte della disperazione». (g.c.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato