Mia mamma Carla, cent’anni oggi Noi contenti e grati

Lettere al direttore
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Oggi 29 ottobre del 2024, mia mamma, Carla Motta, compie cento anni.

Lei è la testimone vivente del XX secolo, che ha in buona parte vissuto, evitando gli orrori del primo conflitto mondiale, ma non la carestia, le difficoltà, i periodi bui del ventennio fascista e della Seconda guerra mondiale.

In seguito, ha vissuto la ricostruzione del Paese, il boom economico degli Anni 50-60, i turbolenti Anni 70 con le contestazioni e gli scioperi, la crisi energetica, gli anni di piombo, il terrorismo.

Ne è stata una protagonista silenziosa e, come tanti suoi coetanei, ha vissuto tante di queste vicende sulla sua pelle. Sebbene non sarà ricordata per qualcosa di straordinario da entrare nei libri di storia, lei e la sua generazione hanno contribuito a tenere a galla questo Paese quand’era sull’orlo del baratro, a ricostruirlo e renderlo prospero qual è oggi.

Come ha fatto: semplicemente con la forza delle braccia ed il sudore della fronte, andando in campagna quando i fratelli maschi erano al fronte, per avere quel poco di cibo in casa che serviva per la sussistenza, ha fatto sacrifici per la sua famiglia, i suoceri e per quanto ha potuto per nipoti e pronipoti.

Senza tante parole, ma con l’esempio ci ha insegnato che non viviamo in un mondo di soli diritti, ma soprattutto di doveri e impegni verso la famiglia, il lavoro, la società e le sue istituzioni, di cui non si è mai permessa di metterne in discussione l’autorità, come capita spesso oggi.

Fa parte di un mondo che ormai sta scomparendo, o forse è già scomparso, dove buona parte delle persone erano sì meno istruite, per ovvia mancanza di mezzi, ma molto più sagge di oggi, le quali si ponevano come fine ultimo il continuo miglioramento delle proprie condizioni di vita e delle nuove generazioni, grazie all’impegno e al duro lavoro.

La rivoluzione tecnologica degli ultimi 30 anni le è scivolata addosso, unica concessione il cellulare, che rigorosamente usa solo per telefonare. Non sa nemmeno cosa sia internet, i social network e tutte le altre diavolerie che ruotano attorno al mondo digitale.

È rimasta fedele alla radio, nata assieme a lei nel 1924, alla televisione, fedeli compagne nelle lunghe giornate dei grandi anziani.

Per lei il mondo si è fermato agli anni ‘70, ma la vedo serena e felice poiché le basta poco per distrarsi: una partita a carte con le sorelle rimaste o la tentazione di giocare la sorte al lotto ed al gratta e vinci, peccato che pensa bene di confessare alla prima occasione. Vive gli ultimi anni della sua vita in un mondo ovattato che deve essere protetto poiché non percepisce e non capisce i pericoli ed i tranelli della società odierna, vista la sua indole onesta e sincera. In sostanza, conduce una vita semplice basata su pietre miliari quali i propri doveri, la famiglia, la religione di cui è credente fervente.

Il 3 novembre abbiamo organizzato una festa per celebrare i cento anni con la famiglia, sorelle, cognata, nipoti e pronipoti. Ci saranno più di 60 invitati visto che la sua di famiglia contava ben 16 persone tra fratelli e sorelle, quasi tutti scomparsi ormai, ma che saranno rappresentati dai nipoti.

Con quest’omaggio, vorrei ringraziare mia mamma e la sua generazione per tutto quanto hanno fatto nel secolo scorso, permettendoci oggi di avere di avere una vita migliore dei nostri avi. Il loro esempio dovrebbe essere tramandato alle generazioni future qualora ve ne fosse nuovamente bisogno, dato i tempi che corrono.
Mauro Volpi

Caro Mauro,

un abbraccio forte alla sua mamma, per la quale proviamo una naturale simpatia, specialmente nell’apprendere che «per lei il mondo s’è fermato agli anni ‘70». Come la capiamo. Non tanto per quell’era, che corrisponde più o meno a quella in cui noi muovevamo i primi passi, bensì perché la tentazione di «fermarci» la sentiamo ora, dovendo fare uno sforzo di volontà per affrontare ogni cambiamento, mentre prima accettarlo o cavalcarlo risultava naturale come bere un bicchier d’acqua.

Per il resto quella di Carla ci pare la vita consueta di migliaia di anziani, sia di chi è sopravvissuto oltre il secolo, sia chi - purtroppo - ha lasciato questo mondo prima. Un’esistenza semplice, che lo appare ancor di più poiché il ricordo smussa gli spigoli che ciascuno incontra, rendendo dolce pure lacrime, amarezze e dispiaceri che mai mancano, in ogni vita.

Un brindisi ideale allora anche da parte nostra, unendoci al ringraziamento per una generazione intera, sulle cui spalle robuste siamo saliti e che ci regge tuttora. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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