Mia figlia malata e i grandi professori del «Leonardo»

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Scrivo questa lettera perché sento il forte desiderio di parlare con grande soddisfazione della «Scuola Buona». Sono la madre di una ragazza di 18 anni, che quest’anno si è diplomata al Liceo Leonardo della nostra città. Durante il primo anno di liceo a mia figlia è stata confermata una patologia rara, diagnosticata un’altra patologia rara e una forma aggressiva di sclerosi multipla. È stato un momento difficile per tutta la famiglia, è facile immaginarlo, un momento di grande preoccupazione e disorientamento. La scuola, però, è stata subito un porto sicuro dove S. ha potuto sostare, per poi ripartire. Un gruppo docente meraviglioso, che ha saputo essere insegnante di vita. Non c’è stato pietismo, ma accoglienza e fiducia nelle potenzialità della persona. S. ha sperimentato che la malattia può rendere tutto più difficile, che bisogna cambiare abitudini, che si può essere tristi e subito dopo speranzosi, che il dolore non è facile da sopportare e da accettare, ma che gli obiettivi si possono raggiungere. Questi Professori, con la P maiuscola, hanno fatto tutto il possibile affinché vivesse, almeno a scuola, la gioia di esprimersi. Quando è stata ricoverata è stata attuata la scuola ospedaliera, quando era troppo dolorante per frequentare si è optato per quella domiciliare... Certo qualche docente poco educato e poco educativo c’è stato, qualche rapporto difficile si è verificato, ma se è vero che tutto ciò non ha lasciato alcun segno positivo, come è normale che sia, ha sicuramente fortificato il carattere. Concludo ringraziando di vero cuore professori, coordinatore di classe, responsabile gruppo benessere della persona, personale Ata, personale di segreteria, vice preside, preside, compagni di classe e... mia figlia, che non ha mai smesso di essere alunna per vestire i panni dell’ammalata. A tutti ancora grazie.

// Una mamma contenta

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