Mi disgustano gli stipendi d’oro dei dirigenti A2A

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Mi ha colto il disgusto nel leggere sul GdB le astronomiche (stento a credere) remunerazioni elargite a piene mani da A2A al Direttore ed allo staff dirigenziale in un momento, come l’attuale, oppresso da perdurante crisi economica... con i giovani sfiduciati in perenne attesa. La cosa che più mi indigna è che gli utenti, presi dal loro particulare, pagano la bolletta e non sollevano manco un grido di dolore; con le istituzioni consenzienti che stanno a guardare e non chiedono conto di questi assurdi emolumenti. Nessun altro paese civile si approfitta così spudoratamente del bene comune! Ovviamente giungerà una corposa giustificazione pseudolegale infarcita da qualche azzeccagarbugli di tediosi riferimenti a delibere, assemblee, ecc. giusto per stordirci e tediarci.

// Lettera firmata Gentile lettore, lei, come altri lettori, ha tutto il diritto di avere una pessima opinione riguardo ai compensi corrisposti ai manager di A2A o di qualunque altra azienda, pubblica o privata. Ci mancherebbe altro. Ma, nel pubblicare questa sua lettera di sfogo, siamo obbligati per dovere di cronaca (e non per fare gli avvocati non richiesti di chicchessia) che i due comuni-azionisti di Brescia e Milano, in più occasioni durante le assemblee, hanno chiesto «sobrietà» negli emolumenti, ridotti per esempio del 30 per cento nel 2012. Con il recente cambio di governance e il passaggio dal sistema duale a un consiglio di amministrazione tradizionale, inoltre, il monte- compensi si è dimezzato (nel 2016 in tutto 2,9 milioni di euro). Il compenso corrisposto all’amministratore delegato e direttore generale della multiutility è sicuramente molto alto se paragonato a uno stipendio «normale» - soprattutto in questi tempi grami per l’occupazione e le retribuzioni - ma è (in parte) legato ai risultati dell’azienda ed è in linea con quanto avviene in aziende che fatturano 5 miliardi l’anno come la A2A, vale a dire con i tanto citati «valori di mercato» per quel tipo di figura professionale. Il punto è semmai di verificare al termine del mandato o di anno in anno se gli obiettivi imprenditoriali e di servizio pubblico (in senso lato) loro affidati, sono stati o meno raggiunti, e quindi giudicare la congruità o meno dell’investimento effettuato sui compensi. (gdb).

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