Mezzi pubblici. Gli onesti pagano, i prepotenti no

Desidero portare alla vostra attenzione alcuni episodi che mi lasciano sinceramente sconcertata. Qualche mese fa, mio figlio minorenne è stato multato in metropolitana per aver convalidato (obliterato) il biglietto elettronico (e-ticket da app) quando, a detta del controllore, già si trovava a bordo del treno. Preciso che la multa è stata comunque regolarmente pagata. In un’altra occasione, mio figlio ha, per mero errore, convalidato un biglietto per la zona 2 (autobus) anziché per la zona 1, venendo ugualmente sanzionato, nonostante l’importo dei due titoli di viaggio sia identico e quindi senza alcun effettivo danno economico per le casse di Brescia Mobilità. Anche in questo caso abbiamo provveduto a saldare immediatamente la sanzione, consapevoli che l’errore fosse nostro. Ciò che però trovo davvero allucinante è che, ogni giorno, assisto personalmente a situazioni di ben altro tenore: persone che vendono biglietti già utilizzati (cosa facilmente verificabile grazie alle telecamere, di cui Brescia Mobilità è ben consapevole) o individui fermati durante i controlli che si rifiutano di fornire le generalità e che continuano tranquillamente a percorrere chilometri di metropolitana senza ricevere alcuna sanzione, né tanto meno vengono fatti scendere dal convoglio. Anche questi episodi, del resto, sono sotto l’occhio delle telecamere. Alla fine, emerge un dato sconfortante: chi è onesto e sbaglia in buona fede finisce per pagare due volte - il biglietto e la multa - mentre chi deliberatamente non rispetta le regole la fa spesso franca. Evviva l’Italia! Ritenevo doveroso segnalare tali circostanze, con la speranza che possano indurre a riflettere sull’opportunità di adottare controlli più efficaci e criteri sanzionatori più equi.
Lettera firmataCarissima, non è la prima lettera che riceviamo di questo tenore. La convinzione di chi si lamenta è che gli onesti paghino la minima disattenzione, mentre furbi e prepotenti la facciano bellamente franca. Dal canto suo Brescia Mobilità respinge al mittente l’idea che esista un’evasione diffusa, affermando che si tratta di un errore di valutazione - un «bias», come dicono quelli bravi - e che il tasso di evasione è molto basso (se non ricordiamo male, il 3%), inferiore a città quali Milano (dove invece raggiunge il 5%). In base a ciò l’azienda di trasporto rimarca che il mancato guadagno da evasione è minore di quanto costerebbe installazione e gestione dei tornelli. Sarà. Noi, da cittadini, ammettiamo di restare scettici, tuttavia siamo abituati a cercare risposte, non a propinare certezze, per cui prendiamo l’impegno formale nei prossimi giorni di approfondire nelle pagine di cronaca la questione. Teniamoci visti. (g. bar.)
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