Meningite e vaccino: il pressapochismo della Lombardia
Sono mesi, ormai, che si sente parlare di meningite fulminante. Una malattia che fa paura e che ha creato il panico generale. Campagne di sensibilizzazione e spot promozionali riempiono la testa di informazioni ma anche di domande. La meningite si può prevenire, va bene. Alcune regioni d’Italia hanno già inserito il suddetto vaccino nel calendario vaccinale regionale, d’accordo. E in Lombardia? «La Lombardia non ritiene necessario, per ora, attivare alcun piano d’emergenza vaccini in tal senso in quanto gli sporadici casi di meningite fulminante avvenuti nei mesi scorsi non risultano sufficienti per poter parlare di "focolaio epidemico"». Queste le parole di un medico dell’Asl al quale mi sono rivolta dopo aver espresso le mie perplessità a Regione Lombardia senza, tuttavia, ottenere risposta. «Il vaccino che lei richiede non è somministrabile dall’Asl ma può sempre chiederne la prescrizione al suo medico di base ed acquistarlo a sue spese in farmacia. La avverto: non è detto che il suo medico sia disposto a procurarglielo; dipende se egli dispone del materiale necessario per l’esecuzione del vaccino (una siringa?) oppure no». Ora, tutto questo pressappochismo mi puzza di manipolazione strategica come la intende, chiariamoci, il celeberrimo Noam Chomsky. Voglio dire, la soluzione c’è e te la sventolano pure sotto il naso ma quando cerchi di afferrarla nascondono beffardamente la mano dietro la schiena. Poi però quando qualcuno muore non mancano gli interventi di illustri medici che facendo spallucce asseriscono lapalissianamente: «Bastava vaccinarsi. La prevenzione è l’unica cura disponibile». «Rafforzare l’auto-colpevolezza»: così, Chomsky, definirebbe questi «discorsetti» finalizzati a far credere all’individuo di essere lui stesso il solo colpevole delle sue disgrazie. Ma lasciando da parte per un attimo i sofismi e tornando con i piedi per terra, ci terrei a ricordare una cosa: la salute è un diritto inviolabile e questa è una delle poche certezze (e non garanzie, attenzione!) che abbiamo. Il testo della Costituzione è chiaro: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana» (art. 32). Anche a livello comunitario il diritto alla salute è contemplato dall’art. 35 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea: «Ogni individuo ha il diritto di accedere alla prevenzione sanitaria e di ottenere cure mediche alle condizioni stabilite dalle legislazioni e prassi nazionali. Nella definizione e nell’attuazione di tutte le politiche ed attività dell’Unione è garantito un livello elevato di protezione della salute umana». Tutto chiaro! Viviamo in uno Stato che ha a cuore la nostra salute e ci garantisce cure e trattamenti sanitari... ma i fatti? Dicono che la speranza sia sempre l’ultima a morire e questa, ora, è la mia ultima spiaggia. Chiedo pubblicamente agli Enti competenti e al Ministro della salute che vengano fornite tutte le informazioni necessarie sull’argomento e che le belle parole si trasformino in fatti. prevenzione significa «venire prima» e non «aspettiamo che muoia un po’ di gente per poter dichiarare, ex post, lo stato d’emergenza», altrimenti la chiamavate «postvenzione». Da cittadina italiana chiedo, anzi, pretendo che venga ascoltata la mia voce e di poter ottenere, pagando, la somministrazione del suddetto vaccino, finché sono in tempo. o per la cortese attenzione, una cittadina esasperata.
// Anna SimeoniBrescia
Gentile signora Anna, il tema delle vaccinazioni in senso lato è controverso e il dibattito tra pro e contro è aperto. Non ci sono però dubbi su quanto stabilito dalla Sanità regionale: contro il meningococco C il vaccino è gratuito per tutti dai tre mesi e i 18 anni d’età; senza limite di età invece per le categorie a rischio. Anche il vaccino contro il meningococco B è gratuito per le categorie a rischio e per i casi particolari valutati dal medico (anemia, diabete di tipo 1, insufficienza renale, malattie epatiche croniche gravi etc). I maggiorenni sani che vogliono proteggersi dal meningococco C o chi vuole vaccinare subito i bambini contro il tipo B (dal prossimo anno lo saranno gratuitamente tutti i nuovi nati), possono farlo - ma a pagamento - rivolgendosi al medico di base o in un ambulatorio privato per prescrizione e somministrazione. Gli ultimi casi di meningite hanno fatto sì aumentare la domanda di vaccini ma, assicurano le autorità sanitarie, se anche le scorte dovessero esaurirsi si potrebbe registrare al massimo solo qualche ritardo. (n.v.)
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