Maxi sanzione dopo l’ispezione. Non è giusto

Sono la titolare di un’impresa che a mio avviso sta subendo una grave ingiustizia e per questo rischia di chiudere, lasciando senza lavoro otto dipendenti e senza stipendio otto famiglie con figli ancora piccoli. La nostra disgraziata vicenda è iniziata a luglio del 2024, quando abbiamo ricevuto un’ispezione dell’Inps e dell’Ispettorato del lavoro. I controlli non hanno rilevato inadempimenti nostri, ma problemi ci sono stati per il mancato rispetto delle regole da parte di un artigiano con partita Iva, di cui ci servivamo saltuariamente. Questo signore, per le norme delle partite Iva, avrebbe dovuto fatturare per almeno due datori di lavoro e non solo per uno, ma lo faceva solo per noi. Il nostro dovere di datori di lavoro, e questo deve essere chiaro, è controllare il Durc (attesta la regolarità contributiva) e la visura camerale della partita Iva, e non certo sindacare sui fatti della sua micro impresa per sapere per quali altre aziende prestava servizio, caso in cui avrebbe anche potuto risponderci di farci gli affari nostri visto che quell’incombenza spettava eventualmente alla sua commercialista, una ragioniera di Provaglio d’Iseo che aveva sott’occhio la situazione. Incredibilmente però l’esito dell’ispezione è stato quello di comminare a noi la multa di ben 140.000 euro, circa il costo di un dipendente per cinque anni di lavoro, e a questo signore non chiedere niente, nemmeno una compartecipazione all’esborso per la multa, come se non fosse il responsabile di tutti i problemi. In più, ancora lui dopo aver creato i guai ha la spudoratezza di non restituirci nemmeno i contributi Inps che abbiamo versato al suo posto negli ultimi cinque anni, cosa che invece è obbligato a fare. Vorrei ricordare a queste persone, a cui pare non rimorda la coscienza, che per combattere tanta ingiustizia e disonestà porteremo la vicenda a conoscenza dell’opinione pubblica, sia bresciana sia anche nazionale se necessario.
Lettera firmataCarissima, cominciamo da qui, dall’opinione pubblica bresciana. Conoscendo come va il mondo non ci sorprendiamo, ma nel contempo abbiamo ancora abbastanza sensibilità per rimanerci male e comprendere il suo stato d’animo. Le norme sono state create per evitare una condotta furbesca. Il problema è che chi ha pelo sullo stomaco e vuole farsi beffe dello Stato riesce comunque ad aggirarle, mentre chi opera in buona fede paga dazio doppio, non avendo attenzione per tutto. Questo, credendole sulla parola - che la parola, almeno quella dei lettori che ci scrivono, per noi conta - è il nocciolo. Confidando che esistano i presupposti per opporsi alla sanzione e sostenere le proprie ragioni, anche se, temiamo, sarà un ulteriore costo che graverà sul dorso di una schiena già provata. (g. bar.)
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