Marinai liberati dopo 4 mesi: l’Italia non conta più nulla

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Con un sospiro di sollievo apprendo della liberazione dei pescatori, ai quali auguro di trascorrere un lieto Santo Natale. Osservo che delle due l’una: o il nostro Ministro è un incapace ed incompetente, o questo governo ed altri di sinistra che lo hanno preceduto, hanno talmente screditato l’Italia,al punto che persino dei beduini del deserto, possono farsi beffa di noi. E la nostra Marina Militare dove viene dislocata? Peccato che non fossero né francesi né tedeschi. Sarebbero stati rimpatriati in giornata, o forse, neppure fermati.

// Gianantonio Borghesani
Brescia
Gentile lettore, anzitutto tutto è bene quel che finisce bene (e speriamo domani nel porto di Mazara): siamo felici per i pescatori restituiti alle famiglie. Quanto al perché ci siano voluti quattro mesi per liberarli, temo non sia questione di governi di destra o di sinistra: la politica estera italiana presenta debolezze intrinseche che vengono da lontano (anche se per verificarlo non bisogna andar troppo lontano: pensiamo alla pluriennale vicenda dei marò Latorre e Girone in India...). In estrema sintesi, da un lato c’è il relativo peso (politico, economico e militare) del nostro Paese in seno alla Nato e sugli scacchieri geopolitici che contano, e dall’altra, conseguenza della prima, c’è la linea trattativista piuttosto che muscolare che la nostra diplomazia segue nelle crisi. Fare l’«ammuina» della voce grossa con la nostra Marina militare poi ci coprirebbe di ridicolo, mentre forse i nostri marinai sono rispettati per altri tipi di operazioni in mare (e forse tutti dovremmo andare un po’ più orgogliosi di questo). (g.c.)

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