Marco Agosti, un maestro davvero speciale
Domenica 23 aprile scorso sfogliando le pagine di questo giornale la mia attenzione è stata attratta dall’articolo di Elisabetta Nicoli «Frammenti», ritratto di Marco Agosti tra vita familiare e impronta pedagogica. Subito attratto, mi immersi immediatamente nella lettura in quanto Agosti fu mio maestro alla scuola elementare Fratelli Ugoni e ne conservo un ricordo indelebile. È stato un maestro speciale che non si può dimenticare. Questa lettura mi ha permesso di apprendere particolari della sua vita che ancora adesso, a distanza di oltre settant’anni non conoscevo, benché ebbi la fortuna di stare in contatto con lui per parecchi anni anche dopo averlo avuto come maestro. È stato veramente un maestro ed un educatore eccezionale. Anch’io, come già ha ricordato padre Giulio Cittadini nell’intervista della Nicoli, ebbi l’incarico di «reggente» affidato a turno agli scolari, di regolare le attività di classe secondo il suo originale, ma molto educativo, metodo di insegnamento. La sua classe era una 5ª «preparatoria» di ingresso alle superiori ed era piuttosto impegnativa, io conservo ancora tra i miei ricordi alcune pagine dei programmi di studio giornaliero che ci dettava, vistati da mio padre. Durante il corso dell’anno dovevamo tenere un diario autobiografico suddiviso in parti e capitoli, quasi fosse un libro. Dal mio diario riporto alcuni titoli: «L’Alba della mia vita; Casa e Scuola; Le mie esperienze; Gli avvenimenti più importanti che ricordo; La mia scuola». Ecco come descrivevo le funzioni del reggente: «...il maestro ha istituito la reggenza che compiamo a turno. Il fanciullo che la esegue si chiama reggente e fa le veci del maestro. Deve essere di esempio ai compagni nel profitto. Egli deve recarsi a scuola 5 minuti prima del solito per disporre i suoi libri e quaderni sopra uno scaffale, perché i ragazzi possano guardarli e dare il loro giudizio sul suo operato. Il suo dovere è quello di annunciare le operazioni preparatorie e le lezioni. A casa, al posto di fare i compiti assegnati dal maestro, deve scrivere la cronaca della sua laboriosa e operosa giornata». Agosti è sempre stato disponibile ad aiutare gli altri a dare il meglio di sé, un vero «maestro di vita». Con commozione ho riletto quanto scrisse in calce al mio diario «Caro Giovannino, ho passato un po’ di tempo nella tua spirituale compagnia leggendo Diario e Autobiografia. Ora ti conosco meglio. La mia stima e la mia amicizia sono divenute più vive e più convinte. Continua a farmi sempre più contento. Il tuo Maestro». La sua grande sensibilità e delicatezza d’animo traspare anche dalle parole a presentazione ad un libretto che mio padre scrisse nel ’44 a ricordo di mio fratello Franco, morto in un incidente sulle montagne di casa, che fu anch’egli suo alunno qualche anno prima di me: «Caro Paolo, ho letto la tua accorata rievocazione di Franco. Come padre sono commosso della grandezza ed intimità del tuo soffrire. Come maestro sono edificato della saggezza con cui educavi quel bravo figliolo... Io rivedo Franco nel lungo camice bianco rigato di vermiglio alla messa cantata di S. Lorenzo, quando passando nella fila dei Tarcisiani, mi regalava il suo indimenticabile sorriso. E mi pareva, più pensoso ma non meno semplice e puro di quando me lo consegnasti quasi bambino alla scuola Ugoni, per quell’opera educativa, della cui esiguità, in confronto della tua, sentirei più vivo il rammarico, se non fosse ispirata a quei medesimi affetti che ora ci accomunano nel dolore e nella speranza cristiana. Tuo Marco Agosti». Desidero ringraziare Il Direttore del Giornale ed Elisabetta Nicoli che mi hanno dato l’occasione di stendere questo breve ricordo del mio Maestro, colonna portante insieme a Vittorino Chizzolini, della prestigiosa Editrice La Scuola. Mi complimento anche con la figlia Angela, per il lavoro biografico sul papà raccolto in «Frammenti» di cui mi riprometto assistere alla presentazione in libreria.
// Giovanni ScandolaraBrescia
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