Macron, Attali e un futuro davvero inquietante

AA

Nel considerare la lettera dal titolo: «Macron, vittoria di un giovane con uno stile giovane» mi sono sinceramente chiesto su quali fonti di informazione il suo autore, il sig. Andrea Delindati, poggi il suo invidiabile ottimismo conseguente all’elezione di Macron. Lungi da me la voglia di entrare in polemica, mi spinge a scriverle soprattutto il desiderio di condividere ciò che a me risulta riguardo al suddetto presidente: informazioni minimamente documentate che tutto mi suscitano fuorché entusiasmo. Informazioni che, e spero proprio di sbagliarmi, lasciano poco spazio alla fantasia nel momento in cui si cerchi di immaginare quale sarà il taglio dell’azione politica del neoeletto presidente. Mi riferisco ad un recente articolo dello stimato sociologo Giuliano Guzzo, il quale presenta Macron non a partire da sua moglie, come hanno fatto i media mainstream, quanto prendendo in considerazione Jaques Attali, l’economista ed ex consigliere di Mitterand, ed il ruolo determinante, che lo stesso Attali racconta, da lui sostenuto nell’ascesa politica del nuovo presidente francese. Attali, in estrema sintesi, racconta di come, nel 2014, a Copenhagen, abbia introdotto il giovanissimo Macron alla riunione del Bilderberg («noto circolo di filantropi tanto desiderosi di fare del bene») e di come l’abbia presentato ad Hollande «per farlo lavorare all’Eliseo». Ma il punto è: cosa rappresenta Jaques Attali? Di quale pensiero è portatore questa persona che tanta parte ha avuto nel favorire l’elezione di Macron? Nel suo libro «L’Avenir de le vie» (Seghers, 1981), alla domanda se sia possibile ed auspicabile vivere fino ad essere centenari ed oltre, Attali rispose: «Quando si superano i 60/65 anni vive più a lungo di quanto non produca e allora costa caro alla società... Dal punto di vista della società, è preferibile che la macchina umana si arresti brutalmente piuttosto di deteriorarsi progressivamente. È perfettamente chiaro se si ricorda che i due terzi della spesa per la salute sono concentrati sugli ultimi mesi di vita». Ed ancora, in un altro libro: «Un giorno il sentimento amoroso potrà essere talmente intenso da implicare più persone per volta (...) il poliamore, in cui ciascuno potrà avere più partner sessuali distinti; la polifamiglia, in cui ciascuno apparterrà a più famiglie; la polifedeltà, in cui ciascuno sarà fedele a tutti i membri del gruppo dalle sessualità multiple». E riguardo ai bambini, cosa pensa il nostro Attali? «I bambini potranno essere fatti nascere da matrici esterne, animali o artificiali, con grande vantaggio per tutti: degli uomini perché potranno riprodursi senza affidare la nascita dei propri discendenti a rappresentanti dell’altro sesso; delle donne poiché si sbarazzeranno dei gravami del parto». Spero mi si perdoni, a questo punto, un minimo di sarcasmo come unico contributo personale all’approfondimento che mi piacerebbe nascesse da queste poche righe. Il sig. Delindati si augura che Renzi voglia, al suo rientro, seguire le tracce di Macron. Al riguardo vorrei rassicurarlo: con la recente legge sulle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento il terreno perché l’ex premier e/o per lui la magistratura «creativa» possano al più presto operare affinché «la macchina umana si arresti brutalmente piuttosto di deteriorarsi progressivamente» è già arato, seminato ed irrigato a dovere. Ah, dimenticavo: il citato articolo di Giuliano Guzzo, reperibile sul suo blog (che invito a consultare), si intitola: «Tutti pazzi per Macron (ma il suo ispiratore è inquietante)».

// Luca Poli
Prevalle

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato