Ma perché la metro non ha tornelli?

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Domenica con grande emozione metto piede per la prima volta nella metropolitana. La fermata Ospedale è grandiosa, mi soffermo sui tubi di acciaio che la sovrastano. Poi il treno è annunciato e mi affretto a scendere la seconda rampa di scale, sempre tenendo la testa in su per guardare l’ultimo pezzo di cielo sopra di me. Mi siedo e mi accorgo che ho ancora il biglietto in mano preso a casa dei miei da cui sono in visita.Non l’ho vidimato. Mi agito, ma poi penso che potrò vidimare in uscita. E invece no, riemergo colpevole a Vittoria senza avere timbrato il biglietto, nonostante l’avessi e lo volessi utilizzare. Ma sono molto felice e orgogliosa per questa ultima conquista della mia città di origine. Vivo all’estero da sedici anni, e ho esperienza di metropolitane in città diverse, metropolitane prese tutti i giorni per tanti anni. Che si tratti della metropolitana degradata e puzzolente di New York, o che si tratti della metropolitana moderna ed efficiente di Stoccolma, una cosa non cambia: per accedere al treno si deve vidimare un biglietto passando attraverso delle barriere fisiche e dei tornelli. Se non si timbra la barriera non si apre. Oddio, bastava andare a Milano in mezza giornata per ispirarsi. Nella civilissima Svezia hanno proprio di recente cambiato e reso queste barriere più alte, per evitare che le persone le scavalchino o che ricorrano a tutti i possibili trucchi per non pagare. Chiacchierando con amici bresciani, mi è stato detto che ci sono due correnti di pensiero a proposito. Si vuole dare credito al senso civico del cittadino, è una. Le casse sono vuote e non ci sono soldi neppure per mettere un orologio, figurati le barriere, è l’altra! Che sia l’una o l’altra, c’è da ridere o disperarsi.
Marta Paterlini Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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