Ma l’infermiere deve sapere la matematica?
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La matematica non sarà mai il mio mestiere! E così dopo cinque anni di Liceo Scientifico mi sono iscritto alla facoltà di Scienze Infermieristiche laureandomi brillantemente in tre anni. Pensavo di non dovermi più occupare di matematica e di tutti i suoi risvolti ma così non è stato, per fare l’infermiere la devo sapere la matematica, eccome. E così a 22 anni mi sono iscritto al primo concorso pubblico disponibile in un grande ospedale del nord. Un posto disponibile e qualche migliaio di iscritti. La scrematura per arrivare a 250 candidati avviene con un test di 30 quesiti da risolvere in mezz’ora di tempo. Ma ecco la sorpresa: ricevo dei fogli con dei numeri e rimango pietrificato quando mi accorgo che su 30 domande 10 sono quesiti matematici, con il solito problema contenente le caramelle, e le altre che vogliono sapere da me la capitale della Namibia o il nome di qualche presidente del passato. Pensavo che a un infermiere, per fare l’infermiere, gli fosse chiesta la differenza tra fibrillazione atriale e ventricolare. Ma così non è. La sanità pubblica ha perso un buon infermiere (almeno speravo di esserlo). Mi butterò su qualche struttura privata, oppure andrò all’estero, come molti miei amici hanno fatto, sperando che durante un colloquio non mi facciano risolvere anche loro qualche problemino con le caramelle. Siamo in Italia, purtroppo. Francesco Baiguera Manerbio
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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