L’ultimo lupo e la stupidità degli uomini

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Ho letto con interesse la lettera pubblicata sul vostro giornale e intitolata «L’Ultimo Lupo, quanta violenza in quel film» devo dire, che come la signora Patrizia, sono rimasta particolarmente colpita dal crudo realismo di questo film. Film che trovo bellissimo nonostante lo stato di angoscia che ha accompagnato la sua visione. La scheda di presentazione presente sul sito del cinema lo definisce un film di avventura mentre la sottoscritta preferisce definirlo un film drammatico. Drammatico perché è la rappresentazione emblematica della stupidità umana, della stupidità cittadina, della stupidità egoistica di chi si vende per una radio, della stupidità intellettuale dei sapientoni universitari che per appagare il loro meschino ego sottraggono vita alla natura. In quel film c’è la sintesi ben fatta del rapporto umano con la natura e con gli animali così detti «selvaggi». Solo una minoranza di uomini (i mongoli) rispettano i lupi e l’ambiente in cui essi vivono, conoscono la loro intelligenza e la loro capacità di organizzarsi nella ricerca del cibo. Questo popolo utilizza le strategie lupine per nutrirsi con la consapevolezza che solo proteggendo questo metodo potranno godere del cibo procacciato da questi bellissimi animali. L’arrivo dell’uomo «civilizzato e istruito» rompe questo equilibrio e la mera avidità per una innovazione (assente negli accampamenti) fa sì che l’uomo «colto» tradisca il patto naturale fra mongoli e lupi. Questo tradimento si tradurrà con la mancanza di cibo per i lupi che riverseranno la loro fame, prima sui cavalli, poi sulle pecore. L’arrivo dell’uomo «edotto» disintegra il legame solidale esistente fra uomini e natura provocando morte, fame, disgrazie, lo sgretolamento dell’ambiente e quel che è peggio l’uomo «istruito» si accaparra il diritto di privare della libertà un piccolo cucciolo per farlo diventare un detenuto senza colpa ma con tanta pena. Sul manifesto del film è impressa questa frase «Non si cattura un dio per farne uno schiavo» che è esplicativa sul comportamento degli uomini che non solo ammazzano i lupi, gorilla, orsi, elefanti, ippopotami ecc., ma anche uomini, donne, bambini nei modi più truci e più crudeli dimenticando che la Fiamma Divina è accesa in ognuno di noi. «L’ultimo Lupo» è un film duro ma che riporta lo sguardo all’interno della nostra coscienza, almeno, per me, così è stato. Roberta Verzeletti Brandico

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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