L’orologio e la rissa fuori dalla scuola

AA
Nell’articolo «Ragazzo di 13 anni picchiato fuori dalla scuola» apparso sull’edizione del GdB di ieri, 20 gennaio, al terzo capoverso, sono riportate informazioni la cui non veridicità è smentita dai documenti in possesso della scuola. È importante precisare che l’incidente è avvenuto ben prima delle 8.10 e in una zona esterna all’entrata principale. Il ragazzo è stato prontamente soccorso dagli insegnanti che si stavano dirigendo verso l’area del cortile antistante l’entrata e hanno immediatamente avvisato la madre dell’alunno aggredito per adottare le necessarie azioni a tutela della sua salute. In qualità di dirigente scolastica dell’«Istituto Tito Speri Centro 2», di cui la Marconi è plesso, ritengo fondamentale sottolineare che l’area in cui si è verificata l’aggressione ai danni di un nostro alunno non rientra nelle responsabilità della scuola per quanto riguarda la vigilanza. Pertanto, non è soggetta alla sorveglianza né del personale ausiliario, né dei docenti. È altresì importante comunicare che la nostra istituzione ha già adottato tutte le misure necessarie per prevenire simili episodi. Questa azione si affianca al quotidiano impegno dei docenti della scuola Marconi e di tutta la nostra scuola nella sensibilizzazione delle ragazze e dei ragazzi nei confronti della violenza in ogni sua forma e delle sue conseguenze. Tali attività di protezione sono integrate nei numerosi progetti e nell’Educazione civica, basata sul principio della trasversalità degli insegnamenti disciplinari.
Linda Usai
Dirigente Scolastica Istituto Tito Speri Centro 2
B
en volentieri pubblichiamo la precisazione della dirigente scolastica che ci contesta di aver scritto che l’aggressione all’alunno è avvenuta «giovedì mattina attorno alle 8.15» sottolineando che in realtà era «ben prima le 8.10». Ci sfugge l’urgenza della sottolineatura, se non la necessità di evidenziare che la scuola non ha alcuna responsabilità sull’accaduto. Rassicuriamo la dirigente, perché è una cautela eccessiva: un orario, per di più approssimativo («attorno») dice tutto e niente, e non c’è alcunché che possa attribuire una qualche responsabilità alla scuola. Né nella realtà dei fatti, né nella loro narrazione. Anzi: viene sottolineato che l’agguato allo scolaro è avvenuto «fuori dalla scuola» persino nel titolo, precisando poi nel testo che gli insegnanti sono «immediatamente usciti per soccorrere il 13enne a terra» subito «medicato e trasferito al Pronto soccorso». È sì riportato, nell’articolo, lo choc dei coetanei dell’alunno che hanno assistito al pestaggio e anche la preoccupazione, comprensibile, di un genitore che si chiede come mai non ci sia stato un adulto sulla porta quando entravano i ragazzi. È qui forse che si gioca quella fondamentale diversità tra «verso le 8.15» e «ben prima delle 8.10»?. Precisato tutto ciò, resta il problema della violenza che fa capolino troppo spesso tra i giovani. Davanti alle scuole, dentro e anche lontano chilometri. Il problema, dal punto di vista educativo, non cambia. Ci fa piacere - anche se non avevamo dubbi in merito - che la scuola sia impegnata nell’opera di educazione e sensibilizzazione dei ragazzi alle conseguenze delle varie forme di violenza. È compito di ogni vera scuola. Che sa guardare ai ragazzi anche oltre le lancette dell’orologio. (n.v.
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Linda Usai
Dirigente Scolastica Istituto Tito Speri Centro 2
B
en volentieri pubblichiamo la precisazione della dirigente scolastica che ci contesta di aver scritto che l’aggressione all’alunno è avvenuta «giovedì mattina attorno alle 8.15» sottolineando che in realtà era «ben prima le 8.10». Ci sfugge l’urgenza della sottolineatura, se non la necessità di evidenziare che la scuola non ha alcuna responsabilità sull’accaduto. Rassicuriamo la dirigente, perché è una cautela eccessiva: un orario, per di più approssimativo («attorno») dice tutto e niente, e non c’è alcunché che possa attribuire una qualche responsabilità alla scuola. Né nella realtà dei fatti, né nella loro narrazione. Anzi: viene sottolineato che l’agguato allo scolaro è avvenuto «fuori dalla scuola» persino nel titolo, precisando poi nel testo che gli insegnanti sono «immediatamente usciti per soccorrere il 13enne a terra» subito «medicato e trasferito al Pronto soccorso». È sì riportato, nell’articolo, lo choc dei coetanei dell’alunno che hanno assistito al pestaggio e anche la preoccupazione, comprensibile, di un genitore che si chiede come mai non ci sia stato un adulto sulla porta quando entravano i ragazzi. È qui forse che si gioca quella fondamentale diversità tra «verso le 8.15» e «ben prima delle 8.10»?. Precisato tutto ciò, resta il problema della violenza che fa capolino troppo spesso tra i giovani. Davanti alle scuole, dentro e anche lontano chilometri. Il problema, dal punto di vista educativo, non cambia. Ci fa piacere - anche se non avevamo dubbi in merito - che la scuola sia impegnata nell’opera di educazione e sensibilizzazione dei ragazzi alle conseguenze delle varie forme di violenza. È compito di ogni vera scuola. Che sa guardare ai ragazzi anche oltre le lancette dell’orologio. (n.v.
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