L'omeopatia dalla parte dell'ammalato
Anche quest'anno, a nome dell'Associazione Omeopatica Bresciana, come da prassi consolidata, Le chiedo di permettermi cortesemente di rivolgermi, tramite il nostro Giornale, agli operatori sanitari bresciani (medici, farmacisti, veterinari, biologi e psicologi), per informarli della prossima apertura - da domenica 30 ottobre pv - dei corsi della nostra Scuola Superiore di Omeopatia. Anche quest'anno ci ospita il Centro Pastorale Paolo VI, polo culturale ben noto alla «brescianità».
In questi ultimi mesi «Brescia Medica» notiziario dell'Ordine dei Medici, ha pubblicato due articoli importanti per l'Omeopatia. Il primo («Il limite della meta analisi in Medicina - l'esempio dell'Omeopatia» del prof. Donati del dipartimento di Medicina Sperimentale ed applicato dal nostro ateneo) è apparso sul numero di aprile. Si tratta di una critica pacata, ma rigorosa del famoso intervento di Shang sul «Lancet», intervento che attaccava la validità scientifica degli studi sperimentali favorevoli all'omeopatia pubblicati negli anni precedenti dal Lancet stesso. Questo intervento ebbe notevole risonanza internazionale.
Il secondo, del settembre 2011, anche più interessante sul piano clinico, è uno studio sperimentale sull'impiego dell'Omeopatia nella ipertrofia adenoidea. Si tratta di una patologia molto frequente, specie in età pediatrica, ben nota a pediatri, otorini e medici di base. Patologia che, spesso, necessita di intervento chirurgico (adenoidectomia). Lo studio è stato condotto dal dr. P. Gamba, odontoiatra, e dal dr. G.P. di Giovanni, docente Aob, presso la Poliambulanza. Questi due eventi culturali «convergenti» ci fanno sperare in un'apertura più franca da parte della Medicina ufficiale, verso l'omeopatia.
Altro spunto significativo, e potenzialmente positivo, lo troviamo nei frequenti appassionati interventi del presidente dell'Ordine, dr. R. Mancini, aventi per tema l'esigenza - per la classe medica - di ritrovare, «costituendo un unico fronte», il prestigio di un tempo. Auspicio cordialmente e coralmente condiviso da tutti gli omeopati. Se la figura del medico (soprattutto del medico di base) è stata via via snaturata ed avvilita da un carico opprimente di adempimenti burocratici a scapito dell'impegno professionale, l'Omeopatia, grazie all'impostazione peculiare dell'approccio al paziente (l'omeopata deve inquadrare i dati patologici nella «cornice» biotipologica del paziente), «costringe» i suoi operatori a riscoprire valori che, da sempre, caratterizzano il «medico della persona».
Inoltre, per quanto concerne il «momento diagnostico», lo studio della farmacologia omeopatica sperimentale (la «Materia Medica»), ci permette di richiamare e riscoprire i principali sintomi della semeiotica medica, sintomi spesso caratteristici dei principali rimedi utilizzati nella pratica. Senza pretendere dei Coppo o dei Valdoni! In questa ottica la conoscenza dell'Omeopatia diviene un mezzo prezioso per riscoprire anche l'arte preziosa, oggi spesso trascurata, della visita medica.
Il nostro corso - 3 anni per medici e veterinari, 2 per farmacisti e psicologi (ma al terzo anno di «formazione continua» possono accedere anche farmacisti, biologi etc. appassionati) - grazie all'esperienza e maturazione clinica e didattica del suo corpo docenti, forma dei professionisti con un'ottima preparazione di omeopatia classica (pluralista ed unicista).
Pertanto alle possibilità indiscutibili e collaudate di un intervento terapeutico efficace coi composti imeopatici, aggiunge anche l'insegnamento dell'intervento terapeutico decisivo sul III livello (ossia sul sistema P.N.E.I.) con l'utilizzo degli unitari ad alta potenza (= high potencies) e privo di effetti collaterali.
Da anni integriamo la formazione omeopatica coll'insegnamento della Fitogemmoterapia e dell'Oligometalloterapia catalitica, due metodiche complementari, preziose e di facile impiego, perfettamente compatibili coll'Omeopatia. L'Omeopatia vi promette, e vi permette, di ampliare ed arricchire il vostro bagaglio terapeutico e culturale, di intervenire efficacemente senza esporre il paziente ad effetti collaterali pesanti, di ridurre il ricorso ai farmaci «eroici» (per il paziente!): antibiotici, anti infiammatori, analgesici, psicofarmaci, sedativi etc.. Vi dà una marcia in più per realizzare il primo scopo della professione sanitaria. Aiutare realmente l'ammalato.
Vi aspettiamo.
Dr. Vittorio Gatti
Presidente Aob
Brescia
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