Lo stato pietoso della Gardesana occidentale
L’attuale stato della viabilità sulle nostre strade locali - meglio, sull’unica nostra strada locale «45 BIS Gardesana» -, è davvero pietoso, diciamo, al limite della tollerabilità umana, specie in estate, ed è ormai sotto gli occhi di tutti: stranieri compresi. In effetti, la «45 BIS» è rimasta più o meno la stessa da oltre cento anni (altro non è che l'ex «Provinciale» del 1913), salvi i preziosissimi interventi del Cav. Benito, il quale (oltre al resto) negli anni '30 fece scavare in poco tempo decine e decine di chilometri di gallerie da Gargnano a Riva e viceversa: e per fortuna, poiché se ciò non fosse accaduto, probabilmente noi saremmo tuttora (!) costretti a prendere il battello per poter raggiungere il vicino Trentino, o l’altra sponda del lago più grande d’Italia. Detto ciò - e non importa se a qualcuno non sia piaciuto, visto che è la pura verità dei fatti -, io qui desidero sottolineare (se ancora non lo si sapesse) che anche e soprattutto quest'estate abbiamo dovuto inutilmente sopportare decine e decine di chilometri di coda sotto il sole cocente tra l'indifferenza generale, compresa quella di chi istituzionalmente parlando aveva la competenza -meglio, il preciso dovere - di prestare il necessario servizio di assistenza sulle strade, conciati come eravamo, ed invece, non l'ha proprio fatto. In pratica, cioè, da maggio-giugno fino a metà agosto, la Gardesana Occidentale è stata completamente intasata quasi ogni giorno, senza mai aver notato alcun organo di Polizia che prestasse un minimo servizio di viabilità. Meglio specificando, durante l'intera estate, la colonna di autovetture (senza contare moto e biciclette) si formava già alle 9-9.30 di mattina in entrambe le direzioni di marcia e non si vedeva mai nessuno regolare il traffico. Ad esempio, qui da noi già semplicemente attraversare la strada era un bel rebus e si doveva sempre contare sulla clemenza altrui, visto che appunto non c’era mai nessuno a darci una mano; inoltre, per tornare a casa la sera da Gargnano si doveva necessariamente passare da Villavetro, Roina, Via del Golf e sentieri vari per Pulciano scendendo poi al Ponte di Toscolano, col rischio di rimanere intasati pure lì dato che anche quelle stradine interne sono più o meno le stesse da oltre un secolo. Ora, ciò considerato - e parimenti considerando le milionate di «Euri» che i «nostri» utilissimi governanti hanno amorevolmente stanziato (non certo di tasca loro) per l'accoglienza ed il mantenimento dei«Profughi» (extraeuropei) in Provincia di Brescia (Lombardia-Italìa-Europa) -, visto che in oltre centocinquant'anni di «Unità d'Italia» anche gli umili Gardesani Occidentali dovrebbero aver mandato qualche bel soldino laggiù a Roma, noi qui dovremmo avere (come minimo) una comoda superstrada degna di una zona turistica così importante a livello non solo europeo: ed invece, chissà perché siamo tuttora costretti a muoverci congelati e ristretti come sardine sott’olio in un «sistema» (?) stradale da Terzo Mondo, vecchio ed obsoleto di oltre cent’anni. In effetti, non è certo miseramente allargando una galleria o miseramente costruendone una nuova che ci risolveranno i problemi. Noi, qui vogliamo di più, molto di più, e lo vogliamo subito perché sicuramente ce lo meritiamo (come minimo). Bene, cioè, male: con questa mia - e con questa nostra -, per ora vogliamo solo farci sentire da chi prima o poi ci dovrà sentire per forza. È certo però, che nel prossimo futuro - cioè, senza dover attendere un altro centinaio d'anni - non resteremo più bloccati in colonna ad imprecare contro l'altrui indifferenza (ed inutilità) con le mani sul volante arso dal sole: chi deve capire, speriamo capisca alla svelta nel suo stesso interesse oltre che nel nostro, visto che alla fine delle finite, le strade sono e rimangono sempre di nostra proprietà. Diversamente, dicevo, la prossima estate in qualche modo ci arrangeremo da soli per risolverci i problemi: siamo in tanti e siamo stanchi di subire ogni anno per nulla l'altrui comodo menefreghismo e perciò, siamo pronti ad intraprendere delle iniziative anche clamorose, sia pur consentite dalla legge. Ciò non è un nostro diritto, ma nostro preciso dovere di «sovrani» cittadini italiani, visto e considerato che chi lo dovrebbbe istituzionalmente fare, invece se ne sta tranquillamente sbattendo da tempo ormai immemorabile.
// Livio Gianni Milani (ed altri)Toscolano Maderno
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